La parotide è una ghiandola che fa parte del gruppo delle ghiandole salivari maggiori (parotide, sottomandibolare e sottolinguale), di cui è la più voluminosa. La ghiandola è localizzata davanti all’orecchio ed è nota essendo la struttura che si gonfia quando i bambini vengono colpiti dagli orecchioni il cui nome scientifico è parotite epidemica. L’importanza della parotide dal punto di vista chirurgico è dovuta al fatto che in tale sede si localizza il 70% dei tumori delle ghiandole salivari, di cui il 30% possono essere maligni. Il tumore benigno più frequente è l’adenoma pleomorfo (80%), seguito dal tumore di Warthin. La chirurgia della parotide è molto particolare per via della speciale anatomia caratterizzata dal passaggio del nervo faciale e delle sue diramazioni all’interno della ghiandola.

nervo faciale  dopo parotidectomia
Nervo faciale dopo parotidectomia

Il nervo faciale è la struttura nervosa che comanda i movimenti del volto. Origina dal midollo allungato, alla base del cervello, entra in un canale che lo porta a decorrere all’interno dell’orecchio ed emerge da un foro situato alla base del cranio. Da questo punto il nervo faciale si immerge nella ghiandola parotide e, dopo circa 2 centimetri, si divide in una serie di rami secondari che vanno a gestire il movimento dei vari muscoli del viso e del collo, assumendo un aspetto a ventaglio (vedi foto). La presenza del faciale all’interno della ghiandola costituisce il più grande fattore di rischio negli interventi sulla parotide, poiché il nervo è una struttura molto piccola e delicata, facilmente danneggiabile dagli strumenti. Una lesione al ramo principale porta ad una paralisi di tutti i rami e quindi al quadro di una paralisi completa del volto e del collo. Lesioni di singole branche causano paralisi localizzate (labbro, guancia, fronte ecc.). Va inoltre ricordato che inoltre proprio il nervo faciale è un nervo cranico molto particolare, che spesso può andare incontro a paralisi spontanee (cosiddetta paralisi di Bell) o dare luogo a tic e spasmi.

In considerazione di quanto illustrato è ovvio che per il chirurgo ORL l’asportazione di una lesione parotidea costituisce sempre una sfida molto particolare. Per tale motivo la microchirurgia della parotide viene eseguita soltanto in centri che possano contare su chirurghi con una lunga e consolidata esperienza ed un’adeguata casistica. L’intervento viene eseguito al microscopio e prevede l’identificazione del nervo faciale nel punto in cui emerge dal cranio e nella sua paziente separazione dalla ghiandola malata. Alla fine dell’intervento resta il nervo con la sua struttura intatta. L’integrità funzionale viene verificata con uno strumento denominato NIMS, che registra la contrazione muscolare conseguente alla stimolazione del nervo.

Adenoma pleomorfo

Si tratta della lesione più comune, per lo più unilaterale. Compare lentamente come un nodulo duro, a volte a superficie bozzuta, non dolente. L’accrescimento è lento anche se, a volte, si registrano rapidi aumenti di volume. La caratteristica principale dell’adenoma pleomorfo (detto anche “tumore misto”) è la sua potenziale tendenza a degenerare, trasformandosi in un carcinoma, cioè una lesione maligna e molto pericolosa. Ciò può avvenire circa nel 5% dei casi, sempre in tempi molto lunghi, cioè in lesioni presenti da qualche anno. Per tale motivo, l’asportazione chirurgica dell’adenoma pleomorfo è praticamente obbligatoria: lasciare il tumore in sede esporrebbe il paziente al gravissimo rischio della trasformazione carcinomatosa. Il tumore misto deve essere quasi sempre asportato insieme a tutta la ghiandola.

Cistoadenolinfoma (Tumore di Warthin)

È una lesione benigna, priva di tendenza degenerativa, che non compare prima dei 40-50 anni. Può essere bilaterale e presentarsi con noduli multipli. È localizzato per lo più al polo inferiore della ghiandola, può essere asportato senza la necessità di portare via tutta la parotide.

Tumori maligni della parotide

Sono molto rari. Esistono tumori a bassa aggressività ( carcinoma a cellule aciniche, carcinoma muco-epidermoide) e forme più aggressive (carcinoma squamocellulare, carcinoma adenoido-cistico). In ogni caso la tempestività della diagnosi è essenziale per un trattamento di successo.

Cosa fare se si nota una tumefazione a livello della parotide?

  • consultare il medico di medicina generale
  • consultare uno specialista
  • eseguire uno studio ecografico della lesione
  • eseguire un prelievo citologico (definito agoaspirato) tramite il quale i colleghi patologi ci forniscono informazioni sul tipo di lesione che stiamo affrontando.

F.A.Q.

Visto che l’intervento sulla parotide è rischioso perché non lasciare il tumore benigno in sede e limitarsi a controllarlo senza operare?
R:Il problema sta proprio nella natura del più frequente dei tumori parotidei, l’adenoma pleomorfo, che ha purtroppo una tendenza a degenerare diventando maligno, che si quantifica intorno al 5%.
Per tale motivo risulta troppo rischioso lasciare il tumore per anni in sede, in quando se dovesse subentrare la cancerizzazione, sarebbe a rischio la vita del paziente.
Asportando la ghiandola parotide si avranno problemi con la produzione di saliva (bocca asciutta, difficoltà a digerire etc.?)
R: Assolutamente no. La struttura delle ghiandole salivari è molto ridondante, pertanto, pur asportando una parotide, non si hanno quasi mai problemi di secchezza della bocca
È sempre necessario asportare tutta la ghiandola?
R: Dipende dal tipo di tumore, dalla sua localizzazione, dall’estensione e dall’esperienza del chirurgo. Per l’adenoma pleomorfo esiste da sempre un dibattito aperto sulla possibilità di asportare la lesione con una parte di ghiandola circostante, evitando al paziente l’asportazione di tutta la parotide. Si tratta di una scelta delicata, che tiene conto di diversi parametri e va fatta caso per caso dal chirurgo insieme al paziente.