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I sintomi dell’ascesso peritonsillare

ascesso peritonsillare destro
Ascesso peritonsillare destro

Rarissimo nei bambini, l’ascesso peritonsillare è la più comune complicazione che può presentarsi in adulti affetti da tonsilliti recidivanti.

La tonsilla è un organo costruito come una spugna, con numerose cavità denominate cripte, colme di tessuto linfatico. La porzione laterale della tonsilla confina con i muscoli della faringe. Nel punto di passaggio il tessuto tonsillare è ricoperto da una guaina biancastra detta capsula tonsillare, che separa le due strutture. A volte, in seguito a violente e ripetute tonsilliti, l’infezione raggiunge e supera la guaina tonsillare formando una voluminosa raccolta di pus lateralmente alla tonsilla, definita ascesso peritonsillare.

Al momento dell’insorgenza dell’ascesso il paziente nota un mutamento nella sintomatologia: il mal di gola, prima diffuso a destra e sinistra, diventa improvvisamente monolaterale, la voce si altera e diventa molto dolorosa l’apertura della bocca.

Osservando la gola si nota una marcata asimmetria del palato, deformato dalla tumefazione della regione tonsillare, con spostamento dell’ugola verso il lato sano.

L’ascesso peritonsillare è una patologia seria ad esordio repentino. Nel corso di una banale tonsillite improvvisamente il dolore diventa molto più forte, si localizza tutto da un lato e progressivamente il paziente non riesce più ad aprire la bocca per un blocco dei muscoli della masticazione (trisma).

La diagnosi

La diagnosi di ascesso peritonsillare è clinica e viene posta durante la visita specialistica ORL. In caso di dubbi sull’esistenza della raccolta di pus all’interno della massa flogistica, un esame ecografico che evidenzia con chiarezza eventuali zone di colliquazione del tessuto, serve a chiarire il quadro clinico.

Il trattamento dell’ascesso peritonsillare

L’ascesso peritonsillare rappresenta un’urgenza chirurgica. Pertanto, appena posta la diagnosi, il paziente viene subito ospedalizzato e sottoposto ad un drenaggio dell’ascesso appena possibile.

Questo trattamento consiste in un’incisione dell’ascesso che viene eseguita per lo più in anestesia locale. Con l’apertura della raccolta ascessuale si ottiene il deflusso immediato di abbondanti masse di pus concedendo un immediato sollievo al paziente che, nell’arco di pochi minuti, si libera dei forti dolori tipici della malattia. Il drenaggio scongiura inoltre il pericolo del diffondersi dell’infezione verso le regioni laterali del collo con possibile sviluppo di un flemmone del collo, patologia ancora più grave e pericolosa.

Dopo il drenaggio chirurgico, il paziente rimane in genere ricoverato in osservazione per alcuni giorni, durante i quali si esegue un trattamento antibiotico e.v. a dosi massicce.

Una volta scongiurato ogni pericolo, in genere dopo 3-4 giorni, si procede alla dimissione.

Dopo la dimissione: terapia e casistiche

Si procede con un trattamento antibiotico ed antinfiammatorio a domicilio per circa una settimana.

Esistono a questo punto due tipi di situazioni:

  • pazienti affetti da frequenti tonsilliti che sviluppano un ascesso
  • pazienti che sviluppano l’ascesso peritonsillare senza avere alle spalle una storia di tonsillite cronica.

Nel primo caso è opportuno programmare un intervento di tonsillectomia poiché una volta che si sia sviluppato il primo ascesso, si corre il rischio di avere una recidiva ad ogni nuova tonsillite. L’intervento, se possibile, va eseguito almeno due mesi dopo la dimissione, per dar modo alla zona malata di perdere lo stato infiammatorio acuto che disturberebbe durante l’intervento.

Nei pazienti che sviluppano l’ascesso senza avere alle spalle una storia di frequenti tonsilliti è possibile tentare di evitare l’intervento eseguendo un trattamento preventivo protratto che protegga da ricadute, agendo con farmaci che stimolino attivamente l’immunità.

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