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La tonsillite cronica è una patologia comune in età pediatrica. È caratterizzata da uno stato di infiammazione cronica delle tonsille, sulla cui base si susseguono più o meno frequentemente episodi di tonsillite acuta. Questi sono caratterizzati da forte mal di gola accompagnato da febbre elevata. 

Anche se è molto frequente nei bambini tra i 2 e 10 anni, la tonsillite cronica presenta un secondo picco di incidenza nei giovani adulti, cioè nella fascia di popolazione tra i 30 e 40 anni. In tal caso spesso si tratta di soggetti che da diversi anni non accusano problemi alla gola e, improvvisamente, si ritrovano vittime di numerose recidive della tonsillite, con gravi conseguenze sia sul piano della vita privata che lavorativa.

La presenza della febbre consente in genere di distinguere tra episodi di tonsillite e la faringite acuta. Quest’ultima si caratterizza clinicamente come la tonsillite acuta per un forte mal di gola, che però comunemente non è accompagnato da febbre e ha un significato biologico completamente diverso dalla tonsillite.

La frequenza delle recidive diviene spesso il fattore cruciale nella cura delle tonsilliti croniche: alcuni pazienti (adulti e bambini) si fermano a 2-3 episodi/anno, altri invece raggiungono frequenze di recidive che arrivano anche a 10 episodi/anno.

Dal punto di vista epidemiologico, la tonsillite è una patologia che ha un comportamento molto diverso dalle altre malattie infettive che presentano il picco di incidenza nel periodo invernale (sinusite, otite, rinite, tracheite, bronchite). Nel caso della tonsillite, infatti, il periodo più difficile per i pazienti coincide generalmente con i primi mesi estivi: è proprio in quel periodo inoltre che nei reparti di pronto soccorso degli ospedali afferiscono pazienti con complicazioni della tonsillite, quali l’ascesso peritonsillare.

Il trattamento

La gravità della tonsillite cronica dipende fondamentalmente dalla frequenza delle recidive.

Innanzitutto occorre ricordare un dato importante: il 70% circa delle tonsilliti acute infantili è di origine virale. Per tale motivo è opportuno non somministrare terapie antibiotiche indiscriminate che risulterebbero inutili e dannose (vedi terapia antibiotica) riservando i trattamenti farmacologici ai casi in cui l’eziologia batterica sia confermata dal tampone. Negli altri casi è preferibile astenersi dall’antibiotico ed istituire una terapia antinfiammatoria accompagnata da trattamenti di supporto immunologico.

In genere, i bambini affetti da pochi episodi l’anno guariscono se opportunamente trattati e, dopo qualche tempo, tornano alla normalità. Nei casi in cui i test evidenzino forme recidivanti di origine batterica si pone invece il dilemma: operare o non operare?

Tonsillite cronica: Quando operare

Lo standard internazionale degli specialisti ORL ha identificato dei canoni minimi che devono essere soddisfatti per giustificare la scelta chirurgica:
  • almeno 4-6 episodi accertati di tonsillite/anno
  • l’eventuale concomitanza di fenomeni complicanti quali segni di artropatia reumatica o di cardite reumatica.
  • eccezionalmente può essere eseguito l’intervento anche in pazienti che non presentino frequenti infezioni ma manifestino problemi all’assunzione degli alimenti o fenomeni di apnea notturna causati da un notevole ingrossamento delle tonsille.

Nei bimbi e negli adulti che presentino ricadute frequenti resistenti alla profilassi antibiotica, prima di passare all’intervento, è opportuno correggere eventuali scompensi biologici legati alle terapie pregresse associando opportune stimolazioni specifiche del sistema immunitario.

Nel caso in cui anche un simile approccio dovesse risultare inefficace, sarà necessario pensare all’intervento di tonsillectomia.

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