Invito i pazienti a leggere questo articolo con attenzione, poiché potrebbe risultare molto utile a fugare pregiudizi e convinzioni errate che possono condizionare la scelta dei metodi da utilizzare per curare se stessi ed i propri cari.

La salute è, in assoluto, il bene più prezioso e pertanto dobbiamo cercare di preservarla a tutti i costi. Purtroppo la medicina non è una scienza esatta e pertanto la stessa cura somministrata a persone diverse può ottenere risultati simili ma non identici. Ciò dipende dalle molte variabili in gioco (la tipologia di paziente, la sua reattività alle cure, il suo stato generale, le altre patologie già esistenti, l’aggressività della malattia che si cura etc). Le possibilità di approccio curativo che la scienza mette a nostra disposizione sono le seguenti:
  • terapie con farmaci
  • terapie con energie (radioterapia, onde d’urto, laser etc)
  • terapie fisiche (massaggi, osteopatia)
  • terapie con uso dei campi di energia (agopuntura)
  • terapie chirurgiche.

In questo capitolo ci occuperemo adesso delle terapia farmacologiche, senza dubbio il tipo di cure più immediato ed utilizzato. Si definisce “farmaco” ogni sostanza che si assume a scopo curativo, sia essa di sintesi che di derivazione naturale. In base al principio di funzionamento dei farmaci ed alla loro origine, la terapia farmacologica può essere suddivisa in:
  • terapia convenzionale o allopatica, che utilizza prevalentemente sostanze di sintesi
  • fitoterapia, che utilizza esclusivamente sostanze vegetali poco o per nulla diluite
  • terapia omeopatica, che utilizza sostanze naturali diluite e dinamizzate.

Vediamo di comprendere le differenze tra i vari approcci curativi.

Medicina convenzionale

farmaciLa comune medicina convenzionale occidentale, definita anche allopatica, si basa sul principio dei contrari, risalente a Ippocrate e Galeno “Contraria contrariis curantur“: le malattie vengono curate con prodotti che esercitano un effetto opposto rispetto alle noxae che hanno generato i disturbi e tendono a contrastarne i sintomi. Al paziente affetto da iperacidità di stomaco si somministrerà ad esempio una sostanza alcalina ( il bicarbonato di sodio) che neutralizza l’acido.
In allopatia, tanto più si aumenta la dose, tanto maggiore sarà l’effetto. Anche se alcuni farmaci “convenzionali” hanno derivazione naturale (l’acido salicilico dell’aspirina deriva, come dice il nome, dalla corteccia del salice; la digitale utilizzata per i malati di cuore deriva da una pianta la “digitalis purpurea”) i farmaci allopatici sono prevalentemente rappresentati da sofisticati prodotti di sintesi. e sono prodotti secondo criteri rigorosamente scientifici in laboratori controllati che devono rispettare severe normative internazionali.

Fitoterapia

La fitoterapia è una scienza antica, che consiste nel curare le malattie con la somministrazione di estratti vegetali puri o poco diluiti. Si tratta di una terapia molto efficace e potente a patto che
  • sia gestita da un medico esperto e
  • si utilizzino derivati vegetali di sicura provenienza.

cure naturali fitoterapiaSpesso, purtroppo, questi due criteri non sono soddisfatti.

Negli ultimi anni in Italia si è infatti assistito ad un vero boom delle vendite di prodotti fitoterapici in autoprescrizione secondo un criterio che ipotizza: se è naturale non può far male!! In realtà anche i farmaci erboristici possono causare effetti collaterali gravi; tra il 2002 ed il 2005 l’Istituto Superiore di Sanità ha ricevuto oltre 120 segnalazioni di effetti avversi imputabili all’assunzione di farmaci fitoterapici.
Vediamo le principali criticità:
  • Alcuni prodotti sono strettamente controindicati per particolari pazienti. Ciò accade ad esempio nei cardiopatici che non devono usare prodotti che contengono efedra (utilizzata per le proprietà antiasmatiche e nelle diete dimagranti).
  • Molti prodotti sono controindicati in gravidanza e durante l’allattamento ( artiglio del diavolo, bardana, centella asiatica, iperico; sostanze ricche di chetoni come rosmarino, lavanda e menta piperita sono tossiche per l’embrione)
  • Numerosi fitofarmaci potenziano o inibiscono i farmaci che già si assumono: ad esempio il gingko biloba aumenta il potere anticoagulante dell’aspirina e può causare emorragie, l’iperico contrasta gli effetti della ciclosporina utilizzata nei trapianti per evitare il rigetto
  • Esiste inoltre un problema legato alla “mancanza di standardizzazione”: i prodotti fitoterapici in commercio in Italia non sono soggetti al controllo delle autorità sanitarie e cadono nella categoria di “integratori alimentari”. Ciò significa che quantità identiche di uno stesso prodotto di lotti diversi, anche se prodotto dalla stessa ditta, possono contenere una percentuale differente di principio attivo.
  • Inoltre non essendoci controlli, la modalità di coltivazione delle piante non è sempre adeguata e pertanto spesso i test tossicologici rivelano contaminazioni con pesticidi, metalli pesanti ed erbe tossiche.

Il ministero della Salute ha pubblicato un elenco di piante vietate negli integratori alimentari tra cui spicca il caso dell’aristolochia, usata per le sue proprietà dimagranti, che ha mostrato effetti carcinogeni e nefrotossici ed è stata bandita dal territorio della Comunità Europea. Dopo queste doverose premesse, indispensabili per chiarire che il “fai da te” con i medicinali fitoterapici può essere pericoloso, è importante rilevare che negli ultimi anni diverse aziende che lavorano con laboratori di tipo farmaceutico, quindi in grado di garantire la standardizzazione del principio attivo e l’assenza di inquinanti hanno immesso sul mercato eccellenti fitoterapici, indispensabili per il trattamento di numerose patologie. Oggi disponiamo di eccellenti rimedi naturali molto efficaci per curare malattie infiammatorie come la sinusite, per controllare i livelli di colesterolo o da assumere per la riduzione del rischio di diverse patologie tumorali, come nel caso del licopene e del tumore prostatico, per forme depressive o per stimolare fisico e mente in momenti di eccessiva stanchezza.

Omeopatia

omeopatiaLa terapia omeopatica ha avuto inizio a cavallo tra il 1700 ed il 1800 con il medico tedesco Hahnemann. La sua teoria, raccolta in una pubblicazione che prese il nome di organon, si diffuse nell’ottocento principalmente nei Paesi di lingua tedesca ed in Francia, dove oggi risiede la maggior parte delle aziende produttrici di farmaci omeopatici. Da qualche anno anche in Italia, con la diffusione della pratica omeopatica sono sorte ditte che producono prodotti omeopatici di alta qualità. La base teorica dell’omeopatia è il principio dei simili “similia similibus curantur” vengono cioè utilizzate microdosi di sostenze che, se somministrate a dose piena, definita “ponderale”, in soggetti sani causano sintomi simili alla malattia che si vuole curare. Prendiamo ad esempio: l’aconitina. Si tratta della sostanza contenuta in una pianta estremamente velenosa, diffusa sull’arco alpino (Aconitus napellus). L’assunzione dell’estratto della pianta causa inquietudine, febbre, palpitazioni cardiache, crampi muscolari e brividi: come vediamo, la sintomatologia dell’avvelenamento da aconitina assomiglia molto a quella di un’influenza. In omeopatia per curare le sindromi influenzali viene usato un prodotto definito aconitum, costituito da un estratto estremamente diluito dell’aconitina. I farmaci omeopatici contengono principi di derivazione vegetale, animale o minerale, che vengono sottoposti con una complesso procedimento caratterizzato da un’estrema diluizione e dinamizzazione secondo ferree regole dettate dalla farmacopea. Proprio l’estrema diluizione del principio attivo rappresenta la critica principale mossa dagli oppositori dell’omeopatia. Negli ultimi anni complessi studi di biologia molecolare e fisica quantistica basati sulle alterazioni subite dall’acqua quando entra in contatto con le varie sostanze, hanno messo un risalto un fenomeno definito la memoria dell’acqua che sta fornendo una base di spiegazione scientifica per il funzionamento dei prodotti omeopatici.

Il futuro dei farmaci naturali

L’ultima frontiera dei farmaci naturali è rappresentata dall’uso di sostanze presenti nel nostro organismo definite “molecole messaggere” che hanno consentito rivoluzionari miglioramenti nella cura di molte patologie come l’allergia, secondo un principio definito Micro ImmunoTerapia e nella cura di gravi malattie virali e tumorali. Per approfondire seguire il link!

Conclusioni: quale terapia scegliere?

Oggi si assiste ad uno scontro culturale, specialmente in Italia, tra la medicina convenzionale e le medicine naturali: quotidianamente in ambulatorio sentiamo pazienti presentarsi dicendo “sono contrario agli antibiotici” oppure “non credo nelle cure naturali”. Molti medici si sentono in dovere di schierarsi a favore o contro le medicine naturali e ciò è profondamente sbagliato!! Tale diatriba da la misura del disagio che investe un bene prezioso come la salute. In realtà sarebbe opportuno che i medici ed i pazienti affrontassero il tema con una diversa apertura mentale. Come spesso accade la verità sta in mezzo: la medicina convenzionale risulta eccellente per la cura di molte patologie acute ma mostra dei limiti sulle malattie croniche, dove gli effetti a lungo termine dei farmaci convenzionali sono spesso intollerabili. La medicina omeopatica e la fitoterapia mettono a nostra disposizione ottime cure naturali, specialmente quando si tratti di terapie di lungo corso, annullando il problema degli effetti collaterali e creando una nuova “regolazione” dell’organismo. La moderna medicina omeopatica viene infatti definita “Medicina di regolazione“. Nella mia pratica clinica quotidiana utilizzo ormai da molti anni, con soddisfazione mia e dei miei pazienti, prevalentemente farmaci naturali per la cura di malattie croniche e nelle terapie preventive, ricorrendo ai prodotti convenzionali quelle poche volte che ciò sia necessario per dominare le fasi acute delle varie patologie. Tale atteggiamento corrisponde peraltro agli accorati appelli del Organizzazione Mondiale della Sanità (W.H.O. l’organo più “ufficiale” della medicina mondiale) che da anni invita la classe medica a frenare l’uso di antibiotici. Trovo a tal riguardo molto illuminante la testimonianza della Dr.ssa Chan, Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che dice: l’umanità sta per entrare nell’era post-antibiotica…stiamo per assistere alla fine della medicina per come la conosciamo. Posso affermare che, pur essendo un chirurgo e curando anche molti bambini, non prescrivo globalmente mai più di 6-7 antibiotici all’anno, inteso su tutti i pazienti che curo!!

Quindi?

Volendo enunciare i criteri ottimali per curarsi in maniera effettiva direi che occorre:
  • correggere il proprio stile di vita che, alla fine, è responsabile delle malattie che ci colpiscono
  • correggere la propria alimentazione, responsabile di molte patologie tumorali ed infiammatorie
  • non limitarsi a curare le malattie una volta esplose ma dedicare più attenzione alla prevenzione
  • utilizzare contemporaneamente il meglio che la medicina convenzionale e le medicine naturali possono offrire.

Sia per i medici che per i pazienti non si tratta quindi di fare una scelta di campo concettuale a favore o contro l’una o l’altra medicina. È bene saper cogliere il meglio che l’allopatia e l’omeopatia sanno offrirci. La scelta è nelle mani del professionista che, vagliando lo stato del paziente, di volta in volta deve optare per la soluzione più consona al singolo caso. Sicuramente per il medico ciò significa doversi continuamente aggiornare e continuare a studiare l’azione dei farmaci convenzionali, i principi della fitoterapia e l’azione dei prodotti omeopatici per poter offrire al proprio paziente il miglior approccio terapeutico possibile. La medicina moderna deve essere una medicina personalizzata in quanto non esiste soltanto ”la malattia” ma esiste “il malato”: la stessa patologia in due persone diverse per conformazione, stato di salute generale, patologie concomitanti etc, può richiedere approcci curativi molto diversi. Il vero pericolo per la medicina naturale è la sua ghettizzazione in un limbo al di fuori del sistema sanitario. L’utilizzo e la diffusione dei prodotti naturali è oggi nelle mani di un piccolo manipolo di medici esperti. La mancanza di regole e la forte ricerca di cure non invasive da parte della popolazione hanno fatto apparire purtroppo numerose figure prive di ogni formazione specifica e prive di cultura medica, che si improvvisano curatori con effetti a volte devastanti sulla salute dei pazienti. Il consiglio che mi sento di dare ai miei lettori è : massima fiducia nella medicina convenzionale con apertura verso la medicina naturale, verificando la professionalità di chi la somministra e ricordando che solamente un medico preparato ha le competenze per riconoscere le varie malattie e scegliere le cure più adeguate. Non affidiamo la nostra salute a santoni, amici e conoscenti.