Le riattivazioni virali

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L’attuale epidemia di Covid 19 ha portato alla ribalta il pericolo rappresentato dai virus per la nostra salute. Oggi tratteremo un argomento di grande attualità, per quanto ancora poco noto anche nella classe medica: le RIATTIVAZIONI VIRALI.

Cosa sono le riattivazioni virali?

Il nostro sistema immunitario é in grado di difenderci da vari tipi di germi. Normalmente, infatti, in caso d’infezione, l’agente patogeno penetrato dall’esterno dopo una fase di malattia, è espulso dal nostro corpo.

Purtroppo le cose non vanno sempre così. Esistono in realtà virus che, dopo averci infettato, si insediano all’interno del nostro organismo legandosi al DNA delle nostre cellule. Questi virus diventano parassiti, “invisibili” al sistema immunitario, e possono restare mimetizzati nel nostro corpo per decenni in uno stato di “vita sospesa”.

In un qualsiasi momento, in seguito ad un’alterazione dello stato immunitario, i virus latenti possono riattivarsi improvvisamente, causando patologie anche molto gravi, dovute al danneggiamento delle “cellule-ospite”. Per questa categoria di virus si parla quindi di una “prima infezione”, durante la quale il germe penetra nel nostro corpo, e di una “patologia da riattivazione” che si sviluppa al risvegliarsi del virus latente.

Tipologie di virus latenti

virus

I più temuti rappresentanti della categoria dei virus latenti sono i virus erpetici.

I più noti sono i virus dell’Herpes Simplex tipo 1 e 2, della Varicella / Zoster, della Mononucleosi infettiva ed il Citomegalovirus (1).

Le più comuni patologie legate ai virus persistenti sono  il linfoma di Burkitt, il morbo di Hodgkin, alcune forme di cancro gastrico, il lethal midline granuloma ed il carcinoma rinofaringeo, e forse alcune forme di sclerosi multipla.

Anche se, apparentemente, sembra che le “riattivazioni virali” rappresentino un’entità nuova e poco conosciuta in campo medico, in realtà si tratta di un evento noto da tempo, che si ripete nella pratica clinica sotto gli occhi di tutti.

Approfondimenti
(1) Alternative promoters drive human citomegalovirus reactivation from latency

Esempi di riattivazioni virali

Abbastanza comuni sono le riattivazioni dell’Herpes Simplex labiale. Queste sono caratterizzate da ricadute, a volte molto frequenti, con comparsa di lesioni ulcerose all’angolo della bocca.

E’ ovvio che, quando la malattia riappare, non si tratti ogni volta di un nuovo virus che infetta sempre lo stesso paziente ma dello stesso virus che riattiva il proprio ciclo patogeno, “riaccendendosi”, a volte anno dopo anno, per decenni.

Un altro esempio? Il cosiddetto “fuoco di S. Antonio” o Herpes Zoster, malattia caratterizzata dalla comparsa di vesciche a livello degli spazi intercostali, accompagnate da violenti dolori nevralgici: è universalmente noto che si tratti di una riattivazione del “vecchio” virus della varicella contratta in età infantile.

L’Herpes Zoster, al termine del ciclo della varicella, quando compaiono nel circolo sanguigno gli anticorpi che potrebbero distruggerlo,  si “rifugia” a livello dei nervi (per lo più nei nervi intercostali, nervo dell’udito o  nervo faciale), dove non può essere raggiunto dagli anticorpi. Qui il virus rimane silente per sempre, oppure si riattiva improvvisamente, attaccando e danneggiando i nervi in cui è ospitato, causando paralisi del volto, sordità o vertigini

Riattivazioni virali: perché è importante conoscerle

Recenti studi mostrano che il fenomeno delle riattivazioni virali è molto complesso e variegato e potrebbe aiutarci  a comprendere la genesi di numerose patologie, anche gravi, la cui origine  appare fino ad oggi misteriosa.

Da alcuni anni, è infatti diventato sempre più evidente che molte malattie, come alcune forme di “sordità improvvisa”, di paralisi a carico di nervi motori (come la paralisi del nervo faciale), la comparsa di improvvisi attacchi vertiginosi, l’improvvisa insorgenza di acufeni, la sindrome della stanchezza cronica nonché l’improvvisa “facilità ad ammalarsi” ed altre ad oggi  classificate come “malattie di origine sconosciuta”, possano essere in realtà ricondotte  al fenomeno della “riattivazione virale”.

Un esempio tipico è la “sindrome della stanchezza cronica” dovuta ad una riattivazione del virus della Mononucleosi infettiva o del CMV, o l’inspiegabile immunodeficienza acquisita che si manifesta nelle riattivazione del virus EBV che, guarda caso, parassita proprio le cellule del sistema immunitario e, riattivandosi, le danneggia profondamente indebolendo le difese dell’organismo. (2) (3)

Le “riattivazioni virali”  rimangono comunque un campo di studio aperto.

Solo di recente abbiamo imparato che alcuni esami di laboratorio, come il dosaggio quantitativo del titolo anticorpale, possono aiutarci facendosi sospettare  una riattivazione. Infatti,se i valori del titolo  superano  di oltre 5-10 volte il “valore positivo” del laboratorio,  è molto probabile che  non si tratti semplicemente di una “memoria di una vecchia infezione” ma  che siano piuttosto il segno di una ripresa di attività da parte del virus.

Approfondimenti
(2) The Epstein-Barr virus and chronic fatigue syndrome
(3) Chronic fatigue syndrome and chronic EBV infection: a long-term challenge in a single clinical case 

La cura

Fortunatamente, nel caso in cui si riscontrasse una patologia da riattivazione, la medicina biologica di regolazione ci offre una soluzione.

Esistono infatti  farmaci naturali “2.0”, in particolare prodotti della M.I.T. (micro immuno therapy) costruiti con tecniche di ingegneria molecolare, in grado di aiutare il nostro organismo a liberarsi di questi sgraditi ospiti, interferendo con la replicazione del DNA virale.

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