intolleranze alimentiMolte forme di cefalea possono essere aggravate da diversi fattori, come ad esempio alcuni alimenti e diversi farmaci.

È sempre opportuno che il paziente esegua un controllo neurologico, che vengano escluse le comuni cause otorinolaringoiatriche di mal di testa, come ad esempio una sinusite cronica o il conflitto turbino-settale, e che si faccia un’attenta verifica dei farmaci assunti per altre patologie. Molti prodotti possono avere infatti come comune effetto collaterale il “mal di testa”. Tra i più noti vi sono ad esempio la pillola anticoncezionale ed alcuni farmaci antiacidi per la gastrite. È inoltre indispensabile badare alla possibile correlazione tra gli episodi di cefalea e l’assunzione di alcuni cibi. Diversi alimenti, infatti, contengono sostanze come la tiramina, la feniletanilamina e l’istamina (cosiddette “amine vaso-attive”), che, nelle persone predisposte, non vengono adeguatamente metabolizzate e provocano mal di testa. SI tratta di sostanze che danno un aroma particolarmente gustoso ai cibi. In genere sarebbe opportuno che i pazienti affetti da cefalea interrompano per un periodo di alcune settimane il consumo di: cioccolato, latte e derivati, agrumi, alcolici, fritti, cipolle, tè, caffè, carne di maiale. Se tale restrizione dovesse avere effetto e si riscontrasse la scomparsa del dolore avremmo la conferma dell’origine alimentare del disturbo e bisognerebbe eseguire specifiche terapie desensibilizzanti prima di reintrodurre i cibi a rischio. Oltre gli alimenti appena elencati, ne esistono molti altri che interferiscono negativamente con il mal di testa.

Trovate qui un elenco delle varie sostanze pericolose. Vi invito a controllare se, mangiandole, si verificano con insistenza episodi di cefalea. In tal caso sarà bene evitarle.