cefaleaLa cefalea è una patologia altamente invalidante che affligge milioni di italiani. Sull’argomento si legge di tutto sui quotidiani, in internet, nelle sale d’attesa degli ambulatori medici. In questa sede vorrei focalizzare alcuni punti che possono condizionare gravemente l’andamento del mal di testa e, spesso, non sono ben chiari ai pazienti. Un “mal di testa” sporadico, con la frequenza di 1-2 episodi al mese, non è sicuramente nulla di inquietante e, in genere, non necessita di particolari esami diagnostici e di terapia. Frequentemente si tratta di cefalee legate allo stress, alla stanchezza, abusi alimentari e, nelle donne, al ciclo mestruale. Se invece la cefalea si presenta con una frequenza superiore, è opportuno affrontarla come una vera e propria patologia. Esistono diverse forme di mal di testa: la cefalea che si presenta con un dolore costante, fisso, e può colpire solo una zona della testa o tutto il capo; l’emicrania, una particolare forma di mal di testa con dolore molto vivo, pulsante, localizzato nella regione della tempia, spesso accompagnato da nausea, a volte preceduto da strane sensazioni che vengono definite “aura” ed avvertono il paziente della crisi in arrivo.

Come comportarsi in caso di insorgenza di un mal di testa recidivante

Innanzitutto occorre parlarne con il medico di famiglia poiché un mal di testa recidivante di recente insorgenza può essere legato a banali problemi internistici pre-esistenti come l’ipertensione arteriosa, ma può anche essere la spia di patologie più serie. Per tale motivo sarà opportuno eseguire subito alcuni accertamenti di carattere internistico e neurologico. Nell’ambito della diagnostica per il mal di testa è sempre opportuno eseguire un’attenta valutazione otorinolaringoiatrica: molte forme di cefalea sono “sintomatiche”, cioè derivano da un’altra patologica che, frequentemente, è localizzata nel distretto ORL. Tipici esempi sono le sinusopatie, le deviazioni del setto nasale, i contatti turbino-settali. A volte il focolaio doloroso è localizzato nella regione dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM). La valutazione otorinolaringoiatrica è un passaggio cruciale: capita frequentemente che in pazienti afflitti da anni da terribili mal di testa, durante la visita si scopra un importante focolaio algogeno, rimosso il quale la malattia sparisce come per incanto.

La cefalea e l’alimentazione

Occorre inoltre seguire alcune importanti regole alimentari: il mal di testa ha un rapporto strettissimo con l’alimentazione poiché molti cibi contengono sostanze che, nelle persone predisposte, fanno esplodere la crisi di dolore. Per avere una lista di tali sostanze cliccare qui. Un caso tipico è la cosiddetta “sindrome del ristorante cinese”: esistono molte persone che accusano cefalea dopo aver mangiato nei ristoranti cinesi in seguito all’uso comune in tale cucina del “dado” (glutammato di sodio) che nei soggetti sensibili, aiuta l’insorgenza del dolore. La pratica clinica mostra quotidianamente che molti pazienti eliminando alcuni alimenti “a rischio”, hanno ottenuto un’ immediata riduzione dell’intensità e della frequenza delle crisi di mal di testa. Quando il mal di testa è in rapporto con gli alimenti si nota tipicamente una sua insorgenza dopo i pasti e l’abbinamento ad una digestione lenta e faticosa, con gonfiore epigastrico e senso di pesantezza.

La cefalea e il meteo

Un altro aspetto curioso di tale patologia è che molti pazienti affetti da mal di testa sono meteoropatici, cioè avvertono i cambiamenti climatici e, purtroppo, li subiscono sotto forma di crisi di mal di testa. In realtà esistono in campo ORL altre patologie, come le crisi vertiginose della malattia di Ménière, che sono altrettanto soggette a fenomeni meteoropatici. Nel caso classico, si avverte il passaggio dal bello al cattivo tempo, cioè il paziente avverte il calo della pressione atmosferica che precede l’arrivo del fronte della perturbazione. La meteoropatia è dovuta alla sensibilità di molti, che percepiscono le fini alterazioni delle caratteristiche dell’aria dal punto di vista pressorio ed elettromagnetico.

La cura

In ultimo una considerazione: il mal di testa è una patologia invalidante; il dolore è intenso ed è quindi comprensibile che si debbano assumere dei farmaci per placarlo. Tuttavia è molto importante non arrendersi alla regolare assunzione di antidolorifici come unica soluzione del problema. La protratta assunzione di antidolorifici rappresenta un approccio che ha un “costo biologico” elevatissimo per il nostro fisico: occorre infatti ricordare che tutti i farmaci hanno alla lunga effetti negativi su molti organi, in particolare sul fegato e sui reni che devono occuparsi del loro smaltimento. Per tale motivo è importante studiare il proprio mal di testa insieme al medico, cercare di capirne le caratteristiche, proseguire con le indagini, correggere l’alimentazione e lo stile di vita per arrivare ad una soluzione che ci porti a liberarci dalla morsa della cefalea senza ipotecare la nostra salute futura con l’abuso di farmaci analgesici.