reflusso gastroesofageoLa sindrome da reflusso gastroesofageo è una patologia causata dalla risalita dei succhi gastrici lungo l’esofago, verso la cavità faringea ed orofaringea. In condizioni normali il transito lungo le nostre vie digestive avviene “a senso unico” e cioè dalla bocca verso l’intestino. Tale rotta si inverte soltanto in particolari condizioni, come il vomito, in cui il nostro organismo deve liberarsi di sostanze tossiche presenti nello stomaco. Al termine dell’esofago, il lungo tubo muscolare che porta il cibo dalla bocca allo stomaco, è posizionata una valvola definita “cardias”, che ha lo scopo di impedire il ritorno verso l’alto del contenuto gastrico, un liquido estremamente aggressivo e potenzialmente dannoso per molti organi.
Gli esseri umani tendono naturalmente a sviluppare la patologia da reflusso per motivi evoluzionistici. Essendo gli unici mammiferi bipedi, sin dalla nascita l’esofago si viene a trovare su un asse verticale perpendicolare allo stomaco, mentre negli altri mammiferi quadrupedi esiste un angolo ben definito tra esofago e stomaco che ostacola lo sviluppo del reflusso.
Un altro aspetto che ci rende inclini a tale patologia è rappresentato dalla singolare capacità del genere umano di parlare. Lo sviluppo della voce causa delle alterazioni anatomiche a livello laringeo, indispensabili per la fonazione, che tuttavia rendono lo sfintere laringeo, essenziale per proteggere le vie aeree dal reflusso, molto vulnerabile.
A volte capita che il cardias non funzioni a dovere, consentendo la risalita dei succhi gastrici; ovviamente tutto ciò accade molto facilmente quando ci si trova in posizione orizzontale e raramente quando si è in piedi o seduti. Recenti studi hanno inoltre dimostrato che alla base di disturbi tipici da reflusso come faringite cronica, tosse cronica, raucedine e laringite, si trovino a volte ritorni gassosi a partenza gastrica, privi di ogni componente acida ma contenenti sostanze altrettanto irritanti. Tali reflussi non acidi, in fase di studio, spiegherebbero il fallimento in alcuni pazienti dei trattamenti basati sui classici farmaci antiacidi!! Il reflusso può essere percepito dal paziente come una sensazione di bruciore/dolore localizzata a livello della regione epigastrica (sotto lo sterno), retrosternale o a livello della parte bassa del collo. Il dolore può presentare fitte molto violente, che passano da parte a parte in senso antero-posteriore, irradiandosi fino alla colonna vertebrale o risalire lungo il collo e raggiungere la radice del braccio destro e la mandibola. In tali casi viene spesso confuso con il dolore cardiaco: in tutti i reparti di Pronto Soccorso afferiscono giornalmente pazienti con dolori da reflusso che credono di avere l’infarto!! Occorre sottolineare che circa il 30% dei pazienti refluenti non ha alcun disturbo a livello digestivo. Nei bambini piccoli un certo grado di reflusso è considerato normale ed è legato all’immaturità della muscolatura: è un’esperienza comune che, a volte, i lattanti appena stesi sul fasciatoio dopo la poppata mostrino un rigurgito di latte.

I disturbi causati dalla sindrome da reflusso gastroesofageo

La sintomatologia del reflusso è strettamente legata all’attività dello stomaco. I pazienti che ne sono affetti, sanno che esiste una sorta di “ciclicità” annuale per quanto concerne i fastidi, che sono sempre particolarmente intensi nella stagione primaverile ed autunnale. La stagionalità dipende da un bioritmo molto antico, ancora esistente nel nostro organismo. Per i nostri antenati infatti l’autunno e l’inverno erano epoche in cui ci si alimentava molto poco poiché queste stagioni offrono pochi vegetali ed il freddo rende difficile la caccia. In primavera la comparsa di frutti, vegetali e molta selvaggina caratterizzava, nell’antichità, l’epoca in cui si faceva “riserva di cibo”. Per tale motivo i visceri addominali sono “tarati” per attivarsi energicamente in primavera, il che significa anche maggiore produzione di succhi gastrici. A distanza di migliaia di anni questo bioritmo stagionale permane anche nell’uomo contemporaneo, giustificando la prevalenza di disturbi da reflusso tra marzo e maggio e da settembre a novembre. I sintomi sono causati dalla risalita dei succhi gastrici, estremamente irritanti, che disturbano gli organi bersaglio.

Sintomi comuni

  • Tosse secca resistente ai comuni trattamenti con mucolitici/antibiotici, dovuta all’irritazione delle terminazioni nervose laringo-tracheali
  • Bronchiti ricorrenti e crisi asmatiformi dovute alla penetrazione nel sistema bronchiale di liquidi irritanti
  • Raucedine e senso di corpo estraneo in gola legata al danneggiamento delle corde vocali
  • Bruciore di gola al mattino

Sintomi meno frequenti

  • Tachicardia / aritmia notturna dovuta alla stimolazione delle terminazioni nervose esofagee
  • Afte recidivanti a livello dell’orofaringe e del cavo orale.

Recenti studi tedeschi hanno dimostrato inoltre una netta correlazione tra il reflusso e il peggioramento delle rino-sinusiti croniche, delle poliposi nasali e dell’asma bronchiale.

La diagnosi

La disamina della sintomatologia del reflusso gastro-esofageo mostra che il 90% dei sintomi e dei danni avvengono nel distretto di competenza otorinolaringoiatrica. Per tale motivo spesso è lo specialista otorino a sospettare per primo la presenza di un reflusso. L’esame ORL, completato da una video-endoscopia laringoipofaringea consente infatti di riconoscere a livello della regione laringea le tipiche lesioni causate a tale livello dai succhi gastrici. In tal caso sarà opportuno avviare un trattamento o decidere un approfondimento diagnostico in base all’entità dei sintomi ed al tipo di paziente (adulto/bambino). Gli esami disponibili sono numerosi: l’ecografia che può consentire di visualizzare il reflusso del liquido nell’esofago, la pH-metria che consiste in uno studio eseguito con un sondino posizionato nell’esofago attraverso il naso per 24 h che consente di studiare le variazioni di acidità a tale livello, la gastroscopia e lo studio radiologico dinamico dell’esofago. Il nostro ospedale dispone da qualche tempo di un test diagnostico non invasivo, per il momento unico in Italia, si tratta del PEP-TEST, un esame in cui è possibile determinare la presenza nella saliva al mattino a digiuno di una sostanza, la pepsina, presente solamente nello stomaco. Il riscontro positivo di tale sostanza in bocca documenta con certezza in pochi minuti l’esistenza della patologia. In caso di PEP TEST positivo in base alla nostra esperienza, lo studio radiologico dell’esofago eseguito da un collega esperto è la metodica diagnostica di secondo livello poiché riesce a dimostrare e documentare l’esistenza e l’entità del reflusso con estrema precisione, evidenziando eventuali alterazioni anatomiche come le ernie jatali.

La terapia

Il trattamento della sindorome da reflusso si basa su due pilastri:
  1. farmaci che abbassano l’acidità dei succhi gastrici e accelerano lo svuotamento gastrico
  2. alimentazione 

Per quanto riguarda la terapia farmacologica sono disponibili numerosi classi di farmaci di varia potenza e diverso meccanismo d’azione. Nella scelta occorre sempre tenere presente che il trattamento è sempre molto lungo. Per tale motivo sarebbe opportuno evitare farmaci che possano causare effetti collaterali pericolosi nel lungo periodo. Trattandosi di una patologia che origina a livello dell’apparato digestivo è ovvio che la cura non può prescindere da un corretto regime alimentare. Le indicazioni che seguono possono rivelarsi molto utili ai fini di un migliore controllo della sintomatologia della GERD ed aiutare a raggiungere una rapida guarigione, rendendo più efficace l’azione dei farmaci. Una semplice regola alimentare è la seguente: occorre evitare di mangiare proteine animali a cena. Le proteine animali (carne, pesce, pollo) ed il brodo che le contiene costituiscono un potentissimo stimolo per la produzione degli acidi gastrici, con netto peggioramento della sintomatologia durante la notte. Quindi, chi soffre di reflusso gastroesofageo dovrebbe mangiare il primo a cena ed il secondo a pranzo!!!

ALIMENTIPERMESSIDA EVITARE
Latte e formaggiLatte intero o scremato o formaggi freschi e non fermentati (ricotta, mozzarella, grana, parmigiano)Formaggi molto grassi e piccanti
MinestrePasta, riso in brodo vegetale o asciutti con olio ed eventualmente con pomodoro fresco, zuppe di verdureMinestre di riso o pasta con brodo di dado o carne
Carni e pesceVitello, manzo, coniglio, tacchino, pollo senza pelle
Pesce fresco o surgelato
Maiale grasso, fritture, carni grasse, affumicate o sott’olio, salse di carne, sughi confezionati
Affettati e insaccatiProsciutto cotto o crudo molto magri e bresaolaInsaccati
UovaCotte alla coque o in camiciaFritte o sode
DolciumiBudini al latte, biscotti secchi, miele, marmellata e gelatine di fruttaDolciumi di pasticcieria con creme e liquori, cioccolato, dolciumi industriali in genere
BevandeAcqua minerale non gassata, tisane di erbeTè, caffè, liquori, bibite, succhi in genere
CondimentiOlio di oliva o extra vergine di olivaBurro, margarina
Cambiamenti dello stile di vita
  • Elevare la spalliera del letto di 15-20 cm.
  • Ridurre il sovrappeso
  • Evitare di stendersi subito dopo la fine del pasto (almeno 2 ore)
  • Ridurre o sospendere il fumo
Alimentazione
  • Attenersi alla dieta prevista, specie al pasto serale
  • Evitare menta e anice
  • Ridurre il consumo di aglio e cipolla
Attività fisica
  • Evitare l’attività fisica intensa (specie dopo i pasti)
Farmaci
  • Seguire scrupolosamente le prescrizioni del medico
  • Sentire il parere del medico prima di assumere altri medicinali, anche di automedicazione