mal di orecchioIl mal d’orecchio è un disturbo molto comune nei bambini piccoli ed è motivo di frequenti consultazioni con il pediatra. Poiché i bambini sotto i 3 anni non si esprimono ancora a livello verbale, spesso i genitori interpretano alcune gestualità, come il toccarsi frequente dell’orecchio, come il sintomo di una possibile forma di otite. A volte invece il bambino più grande ha un chiaro dolore e lo riferisce facendo capire che la localizzazione è l’orecchio. L’iter poi è sempre lo stesso: visita pediatrica e, se il pediatra riscontra un quadro di sospetta otite, spesso terapia antibiotica.

Ma è sempre vero che il mal d’orecchio corrisponde ad un’otite e necessita di un trattamento antibiotico?
In realtà si tratta di un quesito importante, poiché nell’attività ambulatoriale otorino capita non di rado di vedere bimbi di poco più di un anno trattati già per 6-7 episodi di “mal d’orecchio”/ otite e conseguenti terapie antibiotiche. Diciamo subito che in tali casi, se fosse vero che un bimbo di 1-2 anni ha già subito otiti così numerose si tratterebbe di un caso molto serio, per il pericolo di una compromissione dell’orecchio che mal sopporterebbe una simile sequenza di processi infettivi. Un caso simile andrebbe quindi gestito sicuramente da uno specialista otorino.

A volte la realtà è un po’ diversa poiché molti mal d’orecchio non sono dovuti in realtà a forme di otite.
Come può accadere una cosa simile? Tutto si spiega con i termini di otalgia e otodinia. L’orecchio è un punto in cui confluiscono le terminazioni di diversi nervi che, nel loro viaggio all’interno del corpo, “servono” anche altri organi come le gengive, i denti, la gola, l’articolazione della mandibola.
L’otalgia è un mal d’orecchio, a volte anche intenso, in cui si percepisce un dolore in un orecchio sano. Lo stimolo doloroso può provenire da un’irritazione dei denti (tipicamente durante la dentizione nei bambini piccoli), da un’irritazione della tonsilla (tipicamente i bambini operati di tonsille accusano molto mal d’orecchio!!!) o dalla faringe (il mal d’orecchio può essere negli adulti il primo segno di un tumore della gola!!) e, viaggiando dentro un nervo che ha terminazioni che raggiungono l’orecchio, “inganna” il cervello che percepisce il dolore nel punto sbagliato!! L’otodinia è invece il è il vero mal d’orecchio, dovuto ad una patologia infiammatoria come l’otite.

Il quesito che potrebbe porsi è: “ma non si è in grado di distinguere l’otalgia dall’otodinia?”
In realtà bisogna dire che valutare l’orecchio di un bambino piccolo è spesso molto difficoltoso per la presenza di secrezioni o altri detriti nel condotto uditivo che impediscono una corretta visuale con l’otoscopio. In tali casi è indispensabile disporre di un microscopio e di un’adeguata strumentazione (ed esperienza) per eseguire una pulizia del condotto senza fare danni, attrezzature simili sono presenti solamente in un ambulatorio otorino ben attrezzato. Altre volte può accadere che la membrana timpanica sia arrossata per un’iperemia riflessa e simuli all’esame otoscopico il quadro di un’otite in fase iniziale. In tal caso l’esecuzione di un particolare esame, l’impedenzometria dell’orecchio, consente di distinguere tra “otite” e “dolore riflesso”, ancora una volta si tratta di una valutazione che spetta allo specialista otorino.

Come possono orientarsi i genitori dinnanzi a fenomeni di mal d’orecchio che si presentano all’improvviso?
Bisogna preoccuparsi subito, correre dal pediatra o al pronto soccorso? Un primo criterio di valutazione è il tipo di dolore:
  • il dolore da otite acuta è un male persistente, forte che dura per molte ore e non da tregua al bambino. Non appena terminato l’effetto dell’antidolorifico il dolore si ripresenta violento.
  • I dolori riflessi sono sporadici, di breve durata. Il bambino interrompe le proprie attività per il dolore ma è facile consolarlo e distrarlo facendo si che riprenda a giocare come se nulla fosse dopo qualche minuto.

Quindi??
I genitori devono tenere presente un principio di buon senso: può accadere che un bambino abbia occasionalmente delle forme di otite e che queste necessitino di un trattamento antibiotico ma, se gli episodi dovessero essere frequenti e ripetuti sarà opportuno valutare con il proprio pediatra l’opportunità di sentire il parere di uno specialista otorino innanzitutto per dirimere il quesito “otite” “non otite” e, nel primo caso, per porre in atto tutte le misure atte a proteggere l’orecchio del bambino poiché un così prezioso organo di senso non deve subire troppi episodi di malattia che potrebbero portare ad un suo irrimediabile danneggiamento.