Come abbiamo visto nei recenti articoli, ci troviamo in una fase dell’anno caratterizzata dalla contemporanea presenza di varie patologie altamente infettive tra cui spiccano la sindrome influenzale e l’otite emorragica.
Quest’ultima patologia è spesso molto inquietante poiché dopo un esordio improvviso che compare dopo una sintomatologia di tipo influenzale, nel giro di poche ore, evolve con forti dolori alle orecchie e la comparsa di secrezioni sanguinolente.
Per tale motivo viene denominata “otite emorragica” essendo praticamente l’unica forma in cui invece del pus dall’orecchio fuoriesce sangue.
La malattia è causata ad un germe denominato Haemophilus influenzae.
Si tratta infatti di un batterio opportunista che colpisce sfruttando lo stato di debolezza e vulnerabilità causato dal virus influenzale, da qui il nome.
Benché i bambini siano vaccinati ( nel libretto appare come “H. I.”) la copertura non è totale e pertanto l’otite emorragica può colpirli; il vaccino li protegge dal pericolo dell’evoluzione in meningite, molto rara nell’adulto.
L’otite emorragica resta tuttavia una patologia da trattare con attenzione e, pertanto, è sempre bene eseguire un adeguato trattamento antibiotico per mettersi al riparo da complicazioni che possono comprendere un danneggiamento degli organi dell’equilibrio (labirintite) o dei recettori nervosi dell’udito (cocleopatia virale).
Pertanto, in periodi di epidemia come quello attuale è importante non trascurare sintomi come ovatta mento dell’orecchio e comparsa di tracce di sangue, anche in assenza di febbre, e rivolgersi sempre allo specialista.
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