I tumori maligni rappresentano la patologia più temuta dagli esseri umani. Descritti sin dall’antichità e presenti in tutti gli animali, i tumori maligni venivano indicati fino a qualche tempo fa come “il male incurabile”, incutendo tanta paura che i medici non osavano pronunciare neppure il nome. Oggi, come vedremo, siamo fortunatamente in grado di curare la maggioranza dei pazienti e possiamo fronteggiare il cancro con un’ottica più ottimista. Il tumore maligno è una lesione che si genera da un alterazione delle nostre cellule e si sviluppa in maniera assolutamente anarchica, senza obbedire più alle regole della “convivenza” che sono alla base della complessa organizzazione del nostro organismo, sviluppandosi come un parassita all’interno del nostro corpo. Vediamo innanzitutto quali sono le differenze tra cellule sane e malate.

Le cellule sane
  • convivono secondo regole scritte nel genoma e sanno esattamente quello che devono fare: se ad esempio in seguito ad una ferita perdiamo un pezzo di pelle, le cellule della cute inizieranno a proliferare fino a colmare il difetto e non oltre, grazie ad un meccanismo che regola perfettamente la crescita cellulare.
  • sono altamente specializzate (in termini scientifici “differenziate”) ad esempio in cellule della pelle, dei muscoli, dei nervi, dell’osso.
  • sono programmate dalla natura per suicidarsi al termine del ciclo vitale, per lasciare il posto a nuove cellule più efficienti. Tale fenomeno è definito scientificamente con il termine di apoptosi.
  • In seguito a vari stimoli, definiti “cancerogeni”, può accadere che alcune cellule impazziscano dando origine a cellule maligne che vanno completamente fuori controllo, comportandosi in maniera ostile nei confronti del nostro organismo.

Le cellule del cancro
  • non rispondono ai normali meccanismi di apoptosi, quindi non si suicidano a fine ciclo vitale
  • perdono le loro funzioni specifiche diventando “indifferenziate” ritornando ad uno stato primitivo
  • crescono a dismisura invadendo e distruggendo i tessuti vicini, e si spostano propagandosi nell’organismo seguendo i vasi sanguigni ed i vasi linfatici. Tale diffusione, definita “metastatizzazione”, può portarci alla morte in seguito al danneggiamento irreparabilmente di organi vitali.

L’origine del cancro

Linfociti t (azzurri) attaccano una cellula tumorale
Sulla genesi dei tumori maligni non esiste un’ipotesi univoca. La comparsa di cellule tumorali all’interno del nostro corpo è un evento previsto dalla natura!! Ognuno di noi probabilmente ha prodotto cellule maligne più volte nel corso della propria esistenza, senza necessariamente ammalarsi di cancro. Ciò è possibile grazie al sistema immunitario che comprende cellule difensive, denominate linfociti T-suppressor, che pattugliano costantemente il corpo alla ricerca di cellule “deviate” e, se le trovano, le distruggono immediatamente. Tale funzione viene definita “sorveglianza antineoplastica”. Quindi per l’insorgenza di una malattia tumorale sono necessari due passaggi:
  • La comparsa di cellule tumorali deviate
  • Un errore nel sistema di sorveglianza antineoplastica del nostro sistema immunitario che non le identifica e distrugge lasciandole proliferare.

La mutazione che trasforma cellule normali in cellule neoplastiche è causata da diversi fattori, che quindi identificheremo come “fattori di rischio” per il cancro. I più comuni sono:
  • le radiazioni atomiche
  • le radiazioni ultraviolette
  • i catrami contenuti nelle sigarette
  • diverse sostanze chimiche che vanno da sostanze industriali come il benzene e l’asbesto a sostanze alimentari come l’aspartame, un comune dolcificante.
  • Alcuni virus definiti oncogeni come il virus di Ebstein Barr che può indurre il cancro al rinofaringe ed il virus del papilloma (HPV) che può causare il cancro alla cervice uterina o tumori nel cavo orale e nella regione tonsillare.

Esistono poi fattori di rischi specifici per alcuni tumori. Ad esempio l’esposizione per lungo tempo alle polveri di legno può causare nei falegnami un particolare tipo di cancro al naso. Al momento vengono proposti diversi modelli teorici che descrivono lo sviluppo di un tumore. Grossolanamente possiamo dire che l’azione protratta dei fattori oncogeni sulle cellule sane ne danneggia il DNA. Quando la capacità di riparazione del DNA viene superata, nelle cellule si accumulano “errori di programmazione” che, prima o poi, portano alla deviazione maligna. Recenti studi stanno dimostrando che le cellule tumorali sono probabilmente cellule staminali deviate.
Le cellule staminali sono normalmente presenti in tutti gli organi del corpo in condizione quiescente e vengono attivate per riparare i danni subiti dalle varie strutture. Sembra che gli oncogeni determinando un danno del DNA delle cellule staminali le facciano “regredire” ad uno stadio precedente, quello della formazione dell’embrione. A questo punto le cellule inizierebbero a proliferare, proprio come se dovessero ricreare un nuovo embrione all’interno del nostro corpo. Ovviamente le cellule del cancro, pur essendo diverse da quelle normali, sono pur sempre cellule del nostro corpo e pertanto non appaiono subito come “ostili” al sistema immunitario e tendono a venire “tollerate” e non aggredite. La tolleranza è un fenomeno che sta alla base dell’insorgenza del tumore. Di regola, infatti, malgrado l’estrema somiglianza tra cellule del cancro e cellule sane, i linfociti T riescono quasi sempre ad identificarle e distruggerle. A volte capita però che sussista una debolezza da parte del sistema immunitario, che consente alle cellule tumorali di sfuggire ai controlli e riprodursi. A questo punto avvengono degli eventi stranissimi: le cellule tumorali si comportano in maniera “intelligente” e, man mano che il tumore cresce, inviano dei segnali che confondono sempre di più il sistema immunitario; emettono sostanze che inducono la formazione di nuovi vasi sanguigni, indispensabili per alimentare la massa che si sta formando e inducono altre cellule dell’organismo, le cellule staminali, ad allearsi con loro facendosi sostenere nella crescita. La formazione di un tumore maligno rappresenta quindi la fase finale di un lungo processo che coinvolge “fattori promotori” (cancerogeni) ed il sistema immunitario che attiva una “tolleranza immunologica” verso i tessuti tumorali e non li attacca. Su tali aspetti (tollenza immunitaria ed alterazione del funzionamento dei geni oncosoppressori) agiscono i nuovi prodotti della medicina di regolazione e della medicina di rigenerazione che stanno diventando sempre più armi importanti nella lotta ai tumori. Per approfondire cliccare qui.
Come vedremo nel capitolo sulla prevenzione, sarà proprio su tali aspetti che sarà necessario concentrare gli sforzi per ridurre il rischio di sviluppare un tumore maligno.