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Funzione e rigonfiamento dei linfonodi

I linfonodi sono importanti elementi del nostro sistema difensivo. Si tratta di strutture nodulari collocate all’interno di una rete di sottili vasi, presenti in tutto il corpo, in cui scorre un liquido definito “linfa”. I linfonodi contengono cellule difensive, i linfociti, responsabili della produzione degli anticorpi. Le ghiandole linfatiche svolgono un ruolo importantissimo nella lotta alle infezioni e nella lotta antitumorale.

La comparsa di cellule tumorali maligne è un fenomeno abbastanza comune negli animali e nell’uomo. Ognuno di noi durante la sua vita può aver prodotto qualche isolata cellula neoplastica che, appena riconosciuta dal sistema linfatico deputato alla sorveglianza antitumorale, è stata prontamente distrutta.

Il nostro corpo è pieno di linfonodi, soltanto nel collo se ne contano circa 200 per lato che, in condizioni normali, non sono palpabili, cioè non si percepiscono al tatto.

Il rigonfiamento dei linfonodi del collo nei bambini piccoli inquieta molto spesso le mamme, evocando la paura di gravi malattie. Fortunatamente, nella maggior parte dei casi, si tratta di una reazione fisiologica dell’organismo a stimoli infettivi. Nei bambini, infatti, gli organi più colpiti dai processi infettivi in campo otorinolaringoiatrico sono proprio gli organi linfatici, cioè le adenoidi e le tonsille.

Adenoidi e tonsille fanno parte del sistema linfatico e sono collegate con grossi collettori alla rete dei linfonodi che, pertanto, sono facilmente coinvolti nelle malattie specifiche di tali organi. In caso di infezione, se il sistema difensivo lo richiede, i linfonodi entrano in azione: in tal caso il rapido moltiplicarsi delle cellule che producono gli anticorpi causa il loro ingrossamento: più linfociti = più anticorpi.

Potremmo esemplificare dicendo che nei casi in cui la reazione difensiva locale delle tonsille o delle adenoidi sia sufficiente ad avere ragione della patologia assisteremo ad un modico aumento volumetrico dei linfonodi. Un ingrossamento marcato è invece segno di un’infezione più grave e di uno stato di difficoltà del sistema difensivo. Molti bambini presentano dei linfonodi rigonfi nel collo, anche in assenza di malattia. Si tratta di bimbi che, un tempo, venivano definiti linfatici e che, realmente, sono più cagionevoli di salute rispetto agli altri.

Ingrossamento dei linfonodi del collo: cosa fare?

Innanzitutto non allarmarsi, fare controllare il bambino dal pediatra e dallo specialista Otorinolaringoiatra. A volte si troverà subito una spiegazione, in altri casi saranno necessari degli approfondimenti con esami del sangue e, se ritenuta necessaria, un’ecografia del collo. In realtà lo specialista otorinolaringoiatra ha una grande dimestichezza con i linfonodi del collo che gestisce durante la chirurgia del collo e, pertanto, riesce spesso con l’indagine ORL ed un’attenta palpazione a farsi un’idea precisa del quadro patologico. Occorre inoltre ricordare che i linfonodi, una volta “attivati” impiegano diverse settimane (a volte anche mesi) a regredire e tornare alla dimensione normale. Quando una violenta infiammazione causa una fibrosi della struttura linfatica, la tumefazione può persistere anche per anni senza avere significato patologico.

Casi particolari

Linfoadenite acuta e ascesso linfonodale

cisti del collo bambino
Linfoadenite acuta del collo
A volte nei bambini piccoli nel corso di una tonsillite l’infezione riesce a propagarsi dalla tonsilla ai linfonodi che si infiammano rapidamente e diventando dolenti. Si assiste quindi ad un marcato rigonfiamento dei linfonodi con rapido aumento del dolore. Nell’arco di 24-48 ore il bambino presenta una sorta di torcicollo e non gira liberamente la testa; la pelle che riveste il linfonodo diventa rossa e calda, la febbre è alta. Se l’infezione non viene arrestata si può giungere all’ascessualizzazione dei linfonodi del collo (vedi foto), cioè alla formazione di PUS dentro il linfonodo. A questo punto è essenziale che il bambino giunga rapidamente all’osservazione dello specialista otorinolaringoiatra che organizzerà l’ospedalizzazione d’urgenza. In ospedale, oltre la normale routine ematochimica, viene eseguito un esame ecografico per verificare se all’interno della ghiandola si sia formato del pus, fenomeno definito colliquazione. In tal caso la terapia con antibiotici non è più in grado di fermare la malattia e diventa indispensabile un intervento chirurgico d’urgenza per drenare il pus dal linfonodo malato e prevenire ulteriori aggravamenti come il flemmone del collo con conseguente mediastinite.

La mononucleosi infettiva (M.I.)

La M.I. è probabilmente la più comune causa benigna di un marcato rigonfiamento dei linfonodi del collo. Per approfondimenti cliccare qui.

La malattia del graffio di gatto

La malattia da graffio di gatto è un’infezione purtroppo non rara, che viene trasmessa da un germe la Bartonella henselae, e causa una notevole tumefazione dei linfonodi, a volte con febbre ed ascessualizzazione. Il trattamento è per lo più medico, anche se il germe è molto resistente agli antibiotici. A volte è necessario che lo specialista otorinolaringoiatra intervenga chirurgicamente per asportare le ghiandole malate.

Le malattie non infettive dei linfonodi

In ultimo dobbiamo ricordare che, purtroppo anche nei bambini, i linfonodi possono ingrossarsi in seguito a malattie molto gravi come i linfomi maligni o le metastasi tumorali. Le tumefazioni linfonodali di natura maligna sono in genere dure, non dolenti, monolaterali, singole e non si accompagnano a febbre o altri sintomi. Anche in tali casi è essenziale una diagnosi tempestiva che consenta allo specialista ORL di impostare rapidamente la terapia, migliorando le chance di guarigione.
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