Consiglio la lettura di questo articolo a tutti i giovani genitori, augurandomi che possa servire a trascorre inverni migliori con bambini sani.
L’inizio dell’anno scolastico per i genitori dei bambini piccoli (asilo nido e scuola materna) spesso invece di essere un periodo gioioso, coincide con l’inizio di una serie di guai sanitari che portano molte famiglie all’esasperazione per le continue consultazioni con pediatri, medici di base, Pronto Soccorso e le innumerevoli visite in farmacia. Nel seguente articolo cercherò di aiutare i genitori a comprendere l’origine dei loro problemi per cercare di imbastire una strategia difensiva che consenta di trascorrere un autunno ed un inverno sereno. L’asilo è una comunità in cui i bambini vivono in stretto rapporto gli uni con gli altri. Dopo l’estate, che rappresenta per lo più un periodo di relativa tranquillità sul fronte sanitario, i bambini si ritrovano a scuola a settembre. Con l’inizio della scuola avviene un fenomeno particolare: una quota di bimbi, che durante l’estate non si sono liberati delle infezioni invernali e quindi sono ancora portatori di malattie virali e batteriche, nel giro di pochi giorni grazie alla stretta contiguità, infetta rapidamente tutta la classe. Occorre a questo punto ricordare alcuni passaggi importanti.

I principali responsabili delle epidemie invernali: i virus respiratori

Si tratta di una famiglia numerosissima di ceppi diversi, contro i quali la maggior parte dei bimbi non possiede anticorpi. I virus respiratori volano nell’aria e, con l’aria, entrano nel corpo umano ovviamente attraverso il naso che, con la sua funzione di filtro, li trattiene, subendone immediatamente gli effetti. Quindi, a parte la famiglia dei rotavirus, che si trasmette con la saliva, quindi entra dalla bocca, ed è responsabile di fastidiosissime epidemie di diarrea, il 99% dei virus invernali transita per il naso. Per tale motivo il raffreddore è la manifestazione clinica in assoluto più comune. L’arrivo dei virus scatena una reazione difensiva immediata da parte di cellule della prima linea difensiva i linfociti NK (natural killer) che attaccano e distruggono tutto ciò che è sospetto. Se il bambino è in buone condizioni immunitarie e fisiche in generale e non presenta patologie favorenti a livello nasale (ipertrofia adenoidea, pregresse sinusiti) il sistema immunitario ha ragione del virus in pochi giorni, il raffreddore si risolve e non compaiono complicazioni. Negli altri casi, se la prima linea difensiva non blocca l’infezione, il virus si diffonde ed inizia una malattia che guarirà dopo molti giorni, quando il sistema immunitario sarà in grado di produrre gli anticorpi specifici per il virus aggressore. La differenza quindi tra un bambino in buone condizioni ed uno che non lo è, sarà che il primo se la caverà con qualche raffreddore, qualche colpo di tosse, 1 o 2 giorni di febbre e guarirà senza bisogno di cure impegnative, mentre il secondo presenterà sempre quadri clinici più complicati e di lenta e difficile risoluzione. In base alle nostre premesse, poiché sappiamo già che con l’inizio della scuola materna il bambino sarà esposto ad un’interminabile sequenza di virus respiratori che colpiranno il distretto costituito da naso e gola, le contromisure da adottare sono:

1) Fortificare la struttura fisica del bambino
  • Alimentazione sana
  • Vita all’aperto
  • Evitare di coprire troppo il bimbo
  • Evitare, per quanto possibile, di somministrare farmaci non strettamente necessari e per periodi protratti (vedi l’articolo sulle terapie antibiotiche)
  • Eseguire un controllo per verificare lo stato di adenoidi, naso, orecchie, tonsille ed avviare un trattamento preventivo specifico a seconda della situazione rincontrata.
  • Evitare la somministrazione incontrollata di prodotti naturali perché consigliata da amiche e conoscenti. A tal riguardo consiglio di consultare il link sulle terapie naturali.

Il segreto di una buona prevenzione è la sua precisione, cioè che sia adeguata ai problemi del singolo bambino. Ogni bimbo presenta i suoi punti deboli, definiti meiopragie, che è importante conoscere poiché sono alla base di una profilassi adeguata. Durante la visita di controllo è comune vedere bambini che si ammalano solamente di otiti, altri di tonsilliti o di bronchiti o di sinusiti e così via. Cambiando la situazione del singolo paziente cambia il tipo di trattamento e pertanto un trattamento efficace in un caso potrà non dare alcun effetto benefico in un altro. Capita spesso di vedere in ambulatorio genitori delusi per non avere ottenuto alcun beneficio dopo cure preventive generiche, consigliate senza alcuna valutazione del bambino. Quindi: prima di iniziare una prevenzione è bene fare controllare il bambino, comprenderne i punti deboli ed avviare un trattamento mirato che tenga conto delle peculiarità dei singoli pazienti. Diagnosi errata o, peggio, cura data senza una precisa diagnosi= terapia inefficace.

2) Evitare la piscina nel periodo invernale

Evitare di fare frequentare la piscina nel periodo invernale ai bambini piccoli (dai 2 ai 6 anni) che non siano in buona salute (vedi link). Gli sport invernali sono invece consigliabili, a patto che ci si ricordi di asciugare il bambino e cambiare eventuali indumenti bagnati.

3) Attendere almeno 3-4 giorni prima di re-inserire il bambino

Dopo una malattia attendere sempre almeno 3-4 giorni dalla fine dei sintomi prima di re-inserire il bambino. Quando i sintomi scompaiono vuol dire che il corpo inizia ad avere ragione dell’infezione, ma è ancora debole per la recente malattia: bisogna rivalutare il buon vecchio concetto della convalescenza. Occorre consentire ai sistemi biologici di riequilibrarsi, per essere in grado di affrontare ” la fossa dei leoni” costituita dall’asilo, dove nuovi virus attendono al varco il bambino. A volte capita che la comunità dell’asilo venga travolta da epidemie che, nel giro di pochi giorni, fanno ammalare seriamente oltre il 90% dei piccoli. Tutti i genitori conoscono la scena di asili con classi di 20-30 bambini e soltanto 5-6 presenti. In questi casi vuol dire che l’asilo è stato colpito da un virus molto aggressivo, dotato di una cosiddetta “forte virulenza”. Si tratta di ceppi virali che spesso non risparmiano nessuno e sono seguiti da una corte di virus meno aggressivi, che opportunisticamente sfruttano l’indebolimento causato dal virus maggiore per propagarsi e colpire i bambini indeboliti. Un caso emblematico di virus con forte virulenza è il virus dell’influenza.

4) Informarsi sulla situazione della classe

Dopo forti epidemie, prima di fare rientrare il bambino è opportuno consultare le maestre ed informarsi sulla situazione della classe: se ancora la maggior parte dei bambini sarà a casa è verosimile che l’asilo sia ancora infetto e, quindi converrà aspettare. Una particolare attenzione va inoltre posta nel caso di infezioni particolari. Esiste infatti una serie di virus che, oltre che causare la sintomatologia acuta, lasciano una profonda debolezza nel sistema immunitario esponendo il piccolo, dopo la guarigione, ad una ulteriore serie di ulteriori malattie dovute alla debolezza immunitaria. I più pericolosi sono: il virus di Ebstein Barr che causa la Mononucleosi, il virus della varicella, il virus della parotite, il virus dell’herpes simplex. Tutti questi virus sono accomunati dalla caratteristica di persistere per molto tempo annidati nell’organismo infettato. Dopo queste infezioni occorre quindi essere doppiamente prudenti, far guarire bene il bambino e potenziare adeguatamente le eventuali terapie preventive in corso.

5) Evitare vaccinazioni di routine in bambini cagionevoli o convalescenti

I vaccini, proprio per il loro modo di agire, causano una forte reazione immunitaria che, a volte, altera temporaneamente la risposta difensiva rendendo i bambini vulnerabili per qualche tempo. Quindi vaccinazioni in inverno ok per i bimbi sani, mentre per quelli di salute cagionevole è preferibile attendere la primavera o l’estate.