vaccinazioniParliamo ancora di vaccinazioni….. La recente normativa nazionale ha radicalmente modificato la regolamentazione dell’iter vaccinale per i bambini stabilendone l’obbligatorietà. Considerato lo stato di fatto, cioè l’obbligo di legge per le vaccinazioni prescritte, e lasciando da parte le polemiche che sono seguite al decreto, è opportuno tuttavia fare alcune riflessioni per minimizzare i potenziali effetti legati alle somministrazioni del farmaco.

Facciamo innanzitutto un passo indietro e consideriamo il meccanismo d’azione biologico del vaccino: la tecnica consiste nell’introdurre nell’organismo uno o più ceppi di germi morti o attenuati, spesso in un mix contenente dei cosiddetti adjuvanti, cioè sostanze che inducono una maggiore risposta da parte del sistema immunitario. Una volta inoculato il prodotto, le cellule immunitarie deputate alla sorveglianza “percepiscono” la presenza di sostanze “potenzialmente ostili” (agenti della varicella, del morbillo, della meningite etc) e danno via ad una rapida attivazione del sistema immunitario che si organizza per produrre in breve tempo gli anticorpi corrispondenti alle sostanze iniettate, ottenendo così la cosiddetta immunizzazione, che è lo scopo del vaccino stesso. I richiami, stimolando nuovamente il sistema immunitario, causano una nuova polarizzazione dello stesso ed un’ulteriore produzione di anticorpi.. Chiaramente più sostanze vengono inoculate contemporaneamente, maggiore sarà il lavoro che il sistema immunitario dovrà affrontare e, considerando che la potenza del sistema immunitario dei bambini piccoli è ovviamente limitata, nel caso dell’inoculazione dei vaccini esavalenti ad esempio, alcuni settori linfocitari saranno impegnati per molte settimane a produrre gli anticorpi “commissionati” dal vaccino.

Possiamo quindi concludere che, a fin di bene, il vaccino “rallenta” per un certo lasso di tempo la reattività generale del sistema immunitario nei confronti dei germi ambientali. Ora che abbiamo visto il funzionamento della profilassi vaccinale, valutiamo adesso alcune ricadute pratiche:
  • Ovviamente il vaccino non va somministrato se il bambino è affetto da una patologia acuta: in tal caso l’effetto di interferenza sul sistema immunitario potrebbe condizionare il decorso della stessa
  • Nei bambini particolarmente gracili e cagionevoli sarebbe opportuno eseguire le vaccinazioni più importanti (esavalenti) nel periodo primaverile così che un’eventuale perturbazione transitoria del sistema immunitario non si manifesti mentre il bambino è impegnato a fronteggiare i virus stagionali più impegnativi del periodo invernale (vedi articolo sulle i.r.r. )
  • Non somministrare il vaccino contemporaneamente a terapie cortisoniche che, riducendo la risposta del sistema immunitario, potrebbero inficiarne l’efficacia. Considerare quindi con pediatra l’eventuale sospensione temporanea di prodotti per la cura dell’asma e/o delle allergie
  • Nel caso che si abbia il dubbio che il bambino abbia già contratto alcune patologie (morbillo, varicella…) sarebbe opportuno eseguire un esame del sangue per verificare la presenza di anticorpi, in tal caso in base al livello si dovrà valutare insieme al pediatra l’opportunità o meno di escludere quel germe dalla vaccinazione
  • Consultare il medico per valutare l’eventuale somministrazione di farmaci biologici utili ad attenuare le comuni reazioni collaterali (febbre, malessere etc).