latte maternoI vantaggi dell’alimentazione del neonato con latte materno sono noti da tempo, i principali sono rappresentati da ridotta incidenza di:
  • allergie
  • malattie gastrointestinali
  • infezioni
  • diabete mellito
  • linfomi.
A tal riguardo esiste un’ampia letteratura. Cito in particolare l’esaustiva presentazione della Prof. Hildegard Przyrembel di Berlino. Il focus di questo articolo verte su un aspetto particolare: l’uso topico del latte materno per la protezione della mucosa nasale. Il latte materno, a differenza del latte commerciale in polvere, contiene numerose sostanze difensive e cellule immunitarie materne vive. In particolare vanno ricordati:
  • macrofagi: cellule immunitarie aspecifiche che costituiscono la prima linea difensiva e distruggono in modo non specifico virus, batteri e funghi.
  • immunoglobuline classe G (IgG): sono gli anticorpi circolanti, specifici per ogni singolo germe patogeno. Vengono prodotti dai linfociti dopo che essi hanno conosciuto ed identificato il microbo. Sono estremamente efficaci nella loro azione. Il latte materno contiene una grande varietà di immunoglobuline poiché la “libreria” del sistema immunitario della madre, che ha già vissuto molti anni, è ampia.
  • immunoglobuline classe A (IgA) dette “secretorie”. Sono simili alle IgG, soltanto che, invece di circolare nel torrente sanguigno, esse si fissano alla superficie mucosa. La produzione di IgA da parte del sistema immunitario intestinale (MALT) inizia dopo molti mesi dalla nascita. Per la prima fase della vita, le uniche IgA disponibili sono provenienti dal latte materno.
  • lisozima: sostanza enzimatica ad azione battericida.
Cellule macrofagiche che attaccano e distruggono batteri

In campo ORL svolgono un ruolo di particolare interesse le IGA secretorie: tali anticorpi formano una “barriera protettiva” che è in grado di fissarsi alla mucosa (cioè al rivestimento delle cavità naturali) del neonato proteggendolo da virus e batteri. Le IgA secretorie materne contengono una particolare sostanza, la cosiddetta “catena J” che protegge gli anticorpi dall’azione degli enzimi digestivi. Si crea così il cosiddetto “legame entero-mammario” e madre e neonato diventano un’unità immunologica. Il colostro contiene elevatissime concentrazioni di IGA e pertanto già dopo le prime poppate, la bocca e la gola del neonato sono protette da tale barriera, che si rinnova ogni volta che il bambino si alimenta. La principale porta di penetrazione degli agenti infettivi, specialmente in inverno, è costituita dalle alte vie aeree: i virus respiratori (dell’influenza, del raffreddore e para-influenzali) vengono trasportati dall’aria dentro la cavità nasale. Come abbiamo appena visto, la bocca e la gola del lattante allattato al seno sono ben ricoperte di IgA secretorie protettive, lo stesso non accade nel naso che non entra in contatto con il latte. Si può ovviare a tale inconveniente in maniera molto semplice: invece di lavare il naso del neonato con le varie “acque” (marine, termali ecc), pratica non necessaria quando il bambino è in buona salute (vedi link), le madri che allattano possono raccogliere qualche goccia di latte in un cucchiaio, meglio se di plastica, e, con l’aiuto di una siringa da insulina, immettere nelle narici del neonato poche gocce per lato. Si ottiene così un doppio effetto: un’azione immediata sui germi presenti ed un’azione di preventiva per le infezioni future. A livello preventivo sono sufficienti 2 applicazioni al giorno (mattino e sera), in caso di raffreddore è opportuno applicare alcune gocce ad ogni poppata. Tale tecnica fa parte della cultura popolare dei Paesi nord europei ed è molto praticata.