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I diversi tipi di dolore legati all’orecchio

L’orecchio è un organo complesso, dotato al suo interno di terminazioni nervose provenienti da diversi nervi (trigemino, nervo grande auricolare, nervo occipitale, nervo vago). Questa caratteristica fa sì che l’orecchio può diventare sede di dolore irradiato, ossia dolore originante da strutture diverse, ma percepito nell’orecchio. Ciò significa che il sintomo “mal d’orecchio” può avere diverse cause e non avere nulla a che fare con l’orecchio stesso! Per questo motivo è importante saper differenziare tra il vero mal d’orecchio ed il dolore irradiato. mal di orecchio In età pediatrica, il mal d’orecchio rappresenta un problema particolarmente critico nei bambini sotto i 4 anni, che non sanno spiegarsi adeguatamente. Occorre innanzitutto chiarire che molti segnali che vengono interpretati dai genitori come “segni di mal d’orecchio”, in realtà sono completamente privi di specificità. Spesso infatti, i genitori si inquietano perché il bambino si tocca l’orecchio, lo gratta, oppure perché alza la spalla in direzione dell’orecchio. In altri casi, ritengono che il dolore provocato da una pressione sul padiglione auricolare sia segno di otite. In realtà nessuno di tali segnali ha un valore significativo dal punto di vista diagnostico e nessuno è un “segno di otite”. Pertanto, nei bambini piccoli, è difficile rendersi conto dell’esistenza di un vero mal d’orecchio. In caso di dubbio, se il bambino piange in maniera inconsolabile, è bene farlo controllare. I bambini più grandi, oltre i 4 anni, in genere si spiegano bene e localizzano con esattezza il fastidio nell’orecchio, rendendo più semplice almeno l’esatta individuazione della fonte del dolore. Il mal d’orecchio è uno dei più comuni disturbi dopo gli interventi di tonsillectomia e, spesso rappresenta il dolore più vivo in fase post-operatoria. Negli adulti l’otite è un evento raro e, in generale, valgono le stesse regole dell’età pediatrica.

Come distinguere il vero mal d’orecchio dal dolore irradiato

Esistono fondamentalmente due tipi di dolore d’orecchio:

  • brevi fitte, che durano 1-2 minuti, e si possono ripetere durante la giornata con intervalli in cui non c’è alcun dolore
  • dolore continuo, violento, pulsante all’orecchio

In linea di massima possiamo dire che i dolori a fitte sono per lo più di natura riflessa, mentre il vero mal d’orecchio è un dolore persistente, che dura anche molte ore.

Un particolare tipo di mal d’orecchio di origine irradiata lo si trova negli adulti e rappresenta un sintomo ben noto agli specialisti ORL: nelle neoplasie localizzate a livello della base della lingua o della regione ipofaringea infatti il dolore viene tipicamente avvertito come “fitte nell’orecchio”.

Rimedi: cosa fare in caso di dolore persistente

Ovviamente se il dolore è particolarmente persistente occorre dare sollievo. In tal caso conviene somministrare (o prendere) un antidolorifico, preferibilmente come sospensione o supposta.

  • Occorre poi osservare l’andamento del dolore per poterlo riferire al medico: dolore continuo o dolore intervallato?
  • Consultare il medico se il dolore è persistente.

Raccomandazioni: cosa non fare

  • Non bagnare l’orecchio: se si trattasse di un’otite media si potrebbe aggravare la situazione
  • Non somministrare gocce per l’orecchio: se il bambino dovesse avere un’otite con perforazione timpanica si potrebbero causare seri danni al nervo uditivo
  • Non mettere cotone nell’orecchio se si presentano secrezioni: in caso di otite perforata l’orecchio deve liberarsi del pus: mettendo il cotone otterremmo un “effetto tappo” estremamente negativo.
  • Non andare al pronto soccorso per dolori brevi (fitte) in assenza di altri sintomi quali febbre e secrezione. Attendere e verificare se il dolore si ripresenta. Come abbiamo visto l’anatomia ci mostra che stimoli provenienti dalla bocca (denti?), dall’articolazione della mandibola o della regione del collo possono causare brevi fitte, poco importanti dal punto di vista clinico.
  • Non fare lavaggi improvvisati, utilizzando gocce per sciogliere il cerume o le cosiddette “candele”.

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