Il Covid 19: Considerazioni a tre anni dall’inizio della pandemia

Disturbi post covid

Gli effetti della pandemia

Nell’estate del 2023 il periodo della pandemia sembra un ricordo lontano. I lockdown, il distanziamento sociale, le mascherine e il lavaggio ossessivo delle mani non fanno più parte della nostra vita quotidiana. In realtà, sappiamo bene che il virus ha lasciato un lungo strascico di problemi di salute. A volte si tratta anche di disturbi significativi, che influenzano negativamente la vita di molte persone. Esemplificando potremmo classificare questi fenomeni in cinque categorie:
  • I disturbi cronici che persistono in pazienti che hanno avuto forme di covid 19 particolarmente violente specialmente a livello polmonare
  • Le conseguenze del Covid a livello cardiovascolare
  • I disturbi dovuti al cosiddetto Long Covid ed alla depressione immunitaria post-Covid
  • I disturbi dovuti all’azione del virus a livello delle alte vie respiratorie
  • I disturbi dovuti alle riattivazioni dei virus erpetici indotte dal covid-19.

I distubi post-covid

Disturbi cronici dopo casi di grave Covid polmonare

Alcuni pazienti hanno avuto forme severe di Covid polmonare. Molti di loro accusano tuttora difficoltà respiratoria e facile affaticabilità, dovute ad una scarsa ossigenazione, causata dalla cicatrizzazione fibrotica dopo la forte infiammazione. Si tratta purtroppo di esiti difficilmente influenzabili, con i quali bisogna convivere cercando di ottimizzare la ventilazione dei polmoni. Questo è possibile tramite esercizi di fisioterapia È inoltre molto importante evitare nuovi insulti infiammatori a carico dei polmoni, eseguendo un’attenta prevenzione delle infezioni delle basse vie aeree nel periodo invernale.

Le conseguenze del Covid a livello cardiovascolare

In molti pazienti, dopo l’infezione, si sono riscontrati fenomeni infiammatori a livello cardiaco. Si tratta per lo più di fastidiose e persistenti mio- e pericarditi che causano una forte astenia e una ridotta resistenza agli sforzi fisici.

Si sono osservati numerosi casi di vasculiti generalizzate che, aumentando la rigidità del sistema circolatorio, hanno causato in molte persone severi rialzi della pressione arteriosa, a volte permanenti.

I disturbi dovuti al cosiddetto Long Covid ed alla depressione immunitaria post-Covid

Abbiamo imparato che il Covid 19 è un virus che interagisce in maniera particolare con il nostro sistema immunitario. Il Covid, infatti, causa un’infiammazione generalizzata che, se particolarmente intensa a livello cerebrale, determina una riduzione di performance a livello neurologico ed intellettuale. Questo può generare diminuzione dell’attenzione, della capacità di concentrazione ed in assoluto delle prestazioni intellettuali.

L’attivazione diffusa del sistema dell’infiammazione ha causato inoltre un peggioramento di tutte le patologie flogistiche croniche già presenti nei soggetti colpiti. Alcuni esempi sono l’aggravamento delle malattie reumatiche piuttosto che di patologie autoimmuni, come la colite ulcerosa.

I disturbi dovuti all’azione del virus a livello delle alte vie respiratorie

Bisogna ricordare che i coronavirus sono i naturali agenti delle rinosinusiti invernali ed il covid-19 non fa eccezione. Pertanto, anche pazienti che hanno avuto l’infezione in forma relativamente leggera accusano a volte delle persistenti sinusiti, refrattarie alle terapie, dovute allo stato di persistente infiammazione della mucosa dei seni paranasali e della cavità nasale, causata appunto dal covid.

Questi fenomeni sono stati particolarmente evidenti in persone già affette da rinosinusiti croniche o operate per la stessa patologia, che hanno visto frequentemente un riaccendersi dei processi flogistici.

Riattivazione virus erpetici

In ultimo, un fenomeno che si è osservato svilupparsi in maniera sempre più diffusa a partire dal 2021, è rappresentato dalla riattivazione di virus erpetici.

Diversi studi hanno dimostrato il meccanismo molecolare con cui il virus ed anche i vaccini antivirali possono causare la slatentizzazione dei virus.

Nel caso del virus dell’herpes zoster, la riattivazione è facilmente identificabile. Il virus, infatti, si manifesta con il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio, patologia la cui incidenza è aumentata notevolmente dopo la pandemia.

La riattivazione di virus erpetici che parassitano il sistema emopoietico o immunitario, come il citomegalovirus o il virus di Epstein Barr, è invece più subdola poiché i disturbi sono caratterizzati da depressione immunitaria, facilità alle infezioni e stanchezza eccessiva.

La riattivazione dei virus erpetici in campo ORL, a volte colpisce inoltre:

  • il nervo dell’udito, causando forme di sordità improvvisa;
  • il nervo dell’equilibrio, determinando l’insorgenza di fastidiose sindromi vertiginose;
  • il nervo facciale, con la comparsa di una paralisi.

Conclusioni

Concludendo, anche se l’epidemia è ormai alle nostre spalle, siamo ancora impegnati a contrastare gli effetti a lungo termine.

Nella pratica quotidiana è molto importante che il medico abbia ben presente quali possano essere i disturbi correlati alle infezioni pregresse. Questo consente di mettere in campo contromisure adeguate, sfruttando in particolare l’aiuto che viene dalla medicina biologica, nel settore della cosiddetta microimmunoterapia.

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