pollini primaverili
Pollini primaverili
La reazione allergica avviene nei soggetti predisposti, nel punto in cui la sostanza che causa i disturbi (definita allergene) viene in contatto con l’organismo del soggetto allergico. In realtà, il nostro corpo possiede alcuni organi più sensibili alla reazione allergica, che vengono definiti “organi di shock“, che sono:
  • cute
  • mucosa nasale
  • congiuntiva
  • mucosa bronchiale
  • mucosa intestinale.

Ovviamente, a seconda del distretto colpito, cambieranno i sintomi dell’allergia. Le manifestazioni allergiche più comuni interessano il distretto ORL ed il distretto bronchiale (asma allergica).
Gli allergeni vengono suddivisi in 3 categorie in base all’organo colpito:
  • allergeni da contatto che interessano la cute come il nickel degli orecchini
  • allergeni alimentari che interessano l’intestino, come le fragole
  • allergeni aerei che colpiscono naso, occhi e bronchi.
acari polvere
Acari della polvere al microscopio

In campo ORL sono di interesse sostanzialmente solo gli allergeni aerei, che comprendono i pollini delle piante, derivati degli acari della polvere ed i prodotti di desquamazione di epiteli animali (per lo più gatto, cane e cavallo). Gli allergeni aerei si diffondono nell’aria ed entrano nel corpo dal naso con la respirazione. Il naso, con la sua funzione di filtro, trattiene le particelle sospese nell’aria, e quindi i pollini, che depositandosi sulla mucosa, scatenano la reazione allergica. Dal punto di vista sintomatologico, il quadro più tipico di reazione allergica in campo ORL è costituito dall’oculo-rinite allergica. Durante l’attacco i pazienti presentano:
  • occhi rossi
  • prurito oculare
  • lacrimazione
  • starnuti
  • rinorrea
  • marcata ostruzione nasale.

In alcuni casi la reazione è talmente violenta da causare anche febbre; tali forme venivano descritte in passato come febbre da fieno. Tipicamente la crisi allergica è violenta ed improvvisa, il paziente sviluppa tutti i sintomi nel giro di pochi minuti. Alcuni studi sembrano dimostrare un ruolo dell’allergia in alcune forme di otite sieromucosa dell’età infantile, particolarmente resistenti alle terapie, con tendenza a recidivare anche dopo il trattamento di adenotomia. In questi bambini sembra che l’ostruzione del canale tubarico sia dovuta, oltre che al blocco causato dalla massa adenoidea nel rinofaringe, anche da un ispessimento edematoso del rivestimento della Tromba di Eustachio su base allergica. L’allergia nasale non adeguatamente trattata è responsabile negli adulti, e raramente nei bambini, dello sviluppo di malattie dei turbinati (rinopatia cronica ipertrofica) e di forme di sinusite cronica poliposa. A seconda che l’allergene sia presente soltanto per alcune settimane (ulivo, pioppo o betulla) o che invece sia presente tutto l’anno (parietaria al sud Italia, acari della polvere) le manifestazioni allergiche vengono ulteriormente classificate in:
  • allergie stagionali
  • allergie perenni.

Diagnosi

La diagnosi dell’allergia è fondamentalmente clinica, si basa cioè sulla sintomatologia, la sua insorgenza e le modalità di comparsa. Il sospetto viene poi confermato con alcuni test eseguiti sulla pelle, il più attendibile dei quali è il cosiddetto prick test, che studia la reazione tra le sostanze “sospette” e le cellule responsabili della reazione allergica localizzate nella cute. Sarebbe bene evitare di eseguire il test su soggetti già in crisi allergica per evitare fenomeni di falsi positivi, o in pazienti che hanno di recente assunto farmaci che possono alterare le reazioni cutanee (falsi negativi). Nei casi dubbi, esiste un ulteriore test che viene eseguito sul sangue, definito RAST, con cui si cercano gli anticorpi specifici contro le sostanze sospette. Tra i due test esiste una netta differenza concettuale. Il prick test fornisce informazioni sulla cosiddetta attualità allergica: il test positivo significherà che è molto verosimile che il paziente abbia i disturbi per colpa della sostanza testata. Il RAST consente di valutare la potenzialità allergica: un risultato positivo significherà che il paziente ha molte probabilità di avere un’allergia nei confronti delle sostanze testate, ma ciò può ancora non manifestarsi clinicamente. Uno dei problemi dei test cutanei riguarda la limitata disponibilità di allergeni: esistono milioni di tipi di pollini diversi ma, per motivi pratici, vengono testati solo i più comuni. Alcuni pazienti allergici nei confronti di piante poco diffuse, che quindi non vengono normalmente testate, pur essendo allergici risultano pertanto puntualmente negativi ai test. Altri presentano test francamente positivi, ad esempio alle graminacee, ma possono stare su un prato fiorito senza alcun disturbo; in questi casi non c’è correlazione tra “l’allergia del test” e la reale situazione clinica. Nella diagnosi di una patologia allergica è quindi molto importante non affidarsi soltanto ai test, ma valutare l’insieme di clinica + test.

Terapia

È importante ricordare che l’allergia deve essere curata. Molti pazienti assumono un atteggiamento fatalista e sopportano i disturbi senza fare alcuna terapia o curandosi solamente nei giorni in cui i disturbi sono più intensi. Occorre ricordare che la crisi allergica è un evento infiammatorio che, nel tempo, danneggia gli organi colpiti. L’ allergia inoltre, se non curata, tende ad aggravarsi sia in termini di intensità (aggravamento quantitativo), che in termini di numero di sostanze alle quali si diviene reattivi (aggravamento qualitativo). Per tutti i pazienti è importante una corretta alimentazione, evitando i cibi ricchi di istamina e liberatori di istamina, oltre che gli alimenti che possano dare reazioni crociate con gli allergeni aerei (vedi tabella). La farmacologia mette a disposizione due classi principali di farmaci antiallergici:
  • cortisonici: si tratta di potenti farmaci antinfiammatori in grado di eliminare la flogosi dovuta alla crisi allergica. Possono essere somministrati per via locale (spray nasali o bronchiali) o sistemica (compresse o iniezioni)
  • antistaminici: sono sostanze che bloccano la reazione causata dal più importante mediatore della crisi allergica, l’istamina.

La combinazione di cortisonici ed antistaminici costituisce la cura più diffusa tra i pazienti allergici. Purtroppo sia i cortisonici che gli antistaminici non hanno effetto curativo sulla malattia, ciò significa che il paziente dovrà sicuramente assumere i farmaci tutti gli anni per molti mesi all’anno. Per tale motivo è indispensabile prendere in considerazione altre tipologie di trattamento, che non prevedano un tale carico farmacologico, alla lunga sicuramente nocivo per gli adulti ed ancor più per i bambini.

Terapia desensibilizzante o immunoterapia specifica:

È l’unica forma di trattamento che può portare ad una remissione stabile della malattia e pertanto viene molto caldeggiata anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Consiste nella somministrazione degli allergeni, modificati in laboratorio in modo da indurre la comparsa di una tolleranza immunologica. La terapia dura diversi anni e può essere somministrata per via iniettiva, orale o nasale. Con la terapia desensibilizzante, nei casi ottimali, si ottiene una “resistenza” all’allergia tale da consentire ai pazienti di non assumere cortisonici ed antistaminici per lunghi periodi. Il limite della terapia desensibilizzante consiste nel numero di allergeni trattabili. L’esperienza mostra che i pazienti mono-allergici (1 sola allergia) sono i più responsivi al trattamento. I pluri-allergici vengono trattati con prodotti che contengono fino a 2-3 allergeni contemporaneamente. In soggetti con 5 o più allergie la terapia desensibilizzante non è più indicata.

MIT (Micro Immuno Terapia)

È il trattamento emergente ed ha aperto una nuova frontiera nella cura della patologia allergica con metodi naturali.
Particolarmente utile per i pluri-allergici, non candidati alla terapia desensibilizzante, la MIT utilizza infatti microdosi di citochine, dei “messaggeri molecolari” presenti nel sangue, in grado di modulare l’attività dei linfociti, le cellule responsabili della patologia allergica. Si tratta quindi di un trattamento con sostanze naturale, che non presenta effetti avversi e, in mani esperte, fornisce ottimi risultati. La MIT si sta dimostrando estremamente efficace sia nella patologia oculo-nasale che nell’asma bronchiale su base allergica.

Conclusioni

Le malattie allergiche sono una patologia in costante espansione, che ha una pesante ricaduta sulla qualità di vita dei pazienti e su tutto il sistema sociale. L’esperienza ci ha insegnato che l’allergia va trattata sia per lenire i sintomi che per evitare danni agli organi colpiti. Le terapie cortisoniche ed antistaminiche dovrebbero essere considerate prevalentemente come “terapie di emergenza”, da eseguire per brevi periodi, mentre il cardine del trattamento dovrebbe essere costituito dai trattamenti desensibilizzanti (quando sia possibile attuarli) e dalle nuove terapie con citochine a microdosi.