Televisori ultra piatti e problemi di udito

Il calo di udito e la televisione

Negli ultimi anni un numero crescente di persone si presenta negli ambulatori ORL lamentando un problema molto specifico. Si tratta di pazienti affetti da un lieve calo di udito che consente ancora una normale vita di relazione, ma rende molto difficile la fruizione dei programmi televisivi.

In particolare, questo problema porta grandi difficoltà nel capire il parlato.

Quasi tutti riferiscono che, pur essendo in grado di sostenere una piacevole conversazione, a volte seguire i dialoghi di un film o di un dibattito in televisione può essere un’esperienza frustrante.

La vera causa del problema

In questo caso, inaspettatamente, l’origine del problema non va ricercata nel malfunzionamento dell’orecchio quanto piuttosto in un’involuzione del segnale acustico prodotto dai televisori!

Sarò subito più chiaro.

La fruizione di una trasmissione televisiva si compone fondamentalmente di due elementi: uno visivo ed uno acustico, quindi immagini e suono.

Il problema è insorto da quando è stata abbandonata la vecchia tecnologia dei televisori a tubo catodico. Questa costringeva alla costruzione di televisori voluminosi, nei quali tuttavia era possibile alloggiare un adeguato compartimento audio.

L’innovazione ha portato a una progressiva evoluzione verso apparecchi televisivi in cui è stata nettamente privilegiata l’immagine, creando schermi sempre più grandi con cornici sempre più piatte.

Questo ha costretto i costruttori a sacrificare sempre di più il comparto audio. Di conseguenza, nella maggior parte dei moderni televisori, l’output sonoro è gestito da due piccoli altoparlanti alloggiati nella parte inferiore del dispositivo, per motivi di estetica non più rivolti verso l’ascoltatore.

Come affrontare il problema

Ovviamente tali limitazioni non creano alcun tipo di problema ad un pubblico giovane e con un udito perfetto.

In presenza di perdite uditive borderline, la scarsa qualità del segnale sonoro abbassa la cosiddetta “discriminazione”, cioè la capacità di riconoscere le parole.

Accade così che i pazienti ipoacusici sentano i dialoghi, ma non capiscano cosa viene detto, come se i protagonisti parlassero in una lingua straniera sconosciuta.

Se il disagio uditivo si limita alla fruizione degli spettacoli televisivi, che specialmente nei pazienti non più giovani spesso svolgono un importante ruolo di contatto con il mondo, non consiglio di procedere all’acquisto di protesi acustiche.

Molto spesso, la soluzione più semplice consiste nell’adeguare la qualità dell’audio del televisore alla bellezza dell’immagine, utilizzando appositi dispositivi definiti Soundbar.

Si tratta di altoparlanti esterni, apparsi in commercio in parallelo alla transizione verso le televisioni piatte proprio per ovviare alla scarsa qualità audio.

Gli altoparlanti, spesso dotati di un amplificatore autonomo, ricevono il segnale audio dal televisore ed emettono un suono pieno e ben definito, consentendo un netto miglioramento della percezione di dialoghi e dell’audio in generale.

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